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La Regione: niente rinvio a Trapani. I candidati inquisiti costretti a restare in corsa

PALERMO. Una volta presentata la propria candidatura, gli aspiranti sindaci non possono ritirarla. Anche se ai domiciliari, anche se destinatari di misure cautelari, se queste non inficiano il diritto di voto e a essere eletti, i candidati sono «costretti» a restare in corsa. C’è pure una sentenza del Consiglio di Stato a stabilirlo e spiega che, al massimo, i candidati possono decidere di non fare campagna elettorale o di rinunciare alla fine all’eventuale elezioni.

Dunque a Trapani la competizione dovrebbe proseguire salvo colpi di scena dell’ultima ora. Gli uffici dell’assessorato alle Autonomie locali, guidato da Luisa Lantieri e dal dirigente Giuseppe Morale, hanno provato a fare chiarezza sulla situazione che si è venuta a creare a Trapani dove un candidato a sindaco, Mimmo Fazio, è stato posto ai domiciliari nell’ambito di una inchiesta per corruzione mentre per un altro candidato, Tonino D’Alì, la direzione distrettuale antimafia di Palermo ha chiesto il soggiorno obbligato e l’esito si saprà a luglio.

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