CASTELVETRANO. «Nella prossima riunione prevista per questa settimana in Commissione parlamentare antimafia chiederò di ascoltare il sindaco di Castelvetrano Felice Errante, mentre al prefetto di Trapani domanderò di valutare l'opportunità di inviare una Commissione di accesso al comune di Castelvetrano per comprendere se ci sia stato o meno un condizionamento nell'attività dell'amministrazione dal momento che il consigliere Giambalvo faceva parte della maggioranza». Lo ha detto il vicepresidente della commissione parlamentare antimafia, Claudio Fava, nella conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio nel liceo classico sulla vicenda del consigliere comunale Calogero Giambalvo, arrestato nel novembre 2014 dai carabinieri nell'ambito dell'operazione antimafia «Eden II», assolto lo scorso dicembre in primo grado e tornato al suo posto in consiglio lo scorso 25 gennaio. Nelle intercettazioni dell'inchiesta Giambalvo esprimeva giudizi lusinghieri nei confronti della famiglia del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro dicendo anche che avrebbe rischiato la galera per aiutarlo. «Pensavo - ha aggiunto Fava - che Giambalvo nella seduta di reinsediamento prendesse le distanze dalla famiglia Messina Denaro, ma questo non è accaduto. Inoltre, se il caso è privo di gravità dal punto di vista del codice penale non lo è dal punto di vista della morale. Per questa ragione invito i restanti consiglieri comunali a dimettersi come atto di responsabilità. La presa d'atto dell'accaduto in consiglio comunale la considero una fuga dalla realtà». All'incontro erano presenti anche rappresentanti dell'associazione Libera che nelle scorse settimane hanno chiesto a Giambalvo di dimettersi. «La provincia di Trapani è opaca e marginale rispetto a quella di Palermo e ciò ha permesso a chi ha voluto utilizzare questo territorio per concentrare interessi e profitti illegali di poterlo fare in una posizione relativamente meno esposta», ha aggiunto Fava. Il vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia si è poi soffermata sul ruolo dell'informazione nel Trapanese. «In una provincia - ha detto - in cui vi è stata la presenza della massoneria deviata, di logge occulte, come le logge Iside 2 e Scontrino che sono state storicamente luogo di incontro della borghesia, di pezzi del ceto politico e persino delle istituzioni e di capi mafia, l'informazione è sempre stata vista come un fastidio, mi riferisco all'informazione fatta dai giornalisti che hanno imparato a tenere la schiena dritta, che credono che il loro dovere sia quello di scrivere e non di tacere e questo già ai tempi di Rostagno che è stato ucciso in questo territorio». Fava ha anche aggiunto: «Il mestiere di giornalista in questa provincia rimane particolarmente ingrato e comodo anche per l'uso sapiente che oggi viene fatto degli strumenti del diritto, con l'uso o l'abuso di querele temerarie, il ricorso alla citazione in giudizio e il tentativo di fare del male pretendendo denaro piuttosto che chiedendo un confronto e giustizia». «Non avrei nulla da eccepire se l'azione portata avanti da Claudio Fava fosse un'attività di tipo politico posta in essere da un partito verosimilmente antagonista nella prossima tornata elettorale». Lo afferma il sindaco di Castelvetrano Felice Errante, commentando le affermazione del vicepresidente della commissione Antimafia Fava, nella conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio nel liceo classico sulla vicenda del consigliere comunale Calogero Giambalvo, arrestato nel novembre 2014 dai carabinieri nell'ambito dell'operazione antimafia «Eden II», assolto lo scorso dicembre in primo grado e tornato al suo posto in consiglio lo scorso 25 gennaio. «Ho tanto da lagnarmi se lo stesso, sfruttando la sua carica - aggiunge Errante - da una scuola statale di Castelvetrano, in sede di conferenza stampa chiede le dimissioni dei componenti del massimo consesso civico, rei di avere tra i colleghi uno di loro assolto da un'altra istituzione dello Stato e reintegrato nella sua funzione, da altra ancora». «Doverosamente - osserva - risponderò a tutte le loro richieste in assoluta serenità. Chiederò, tuttavia, di sapere se quello che sta accadendo può trovare accoglimento in uno Stato che, ancora mi piace pensare, essere uno Stato di diritto. Resi i chiarimenti alla Commissione informerò il prefetto di Trapani dell'incontro e mi recherò al Viminale chiedendo un incontro urgente al Ministro dell'Interno, onde ottenere puntuali indicazioni, alle quali diligentemente mi atterrò, per il rispetto che nutro per la istituzione che rappresento».