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Esercitazione Nato a Birgi, dubbi «bipartisan»

La «Trident Juncture» vedrà coinvolti anche Spagna e Portogallo, saranno impiegati mezzi terrestri, navali e aerei e oltre 25 mila soldati

TRAPANI. Perplessità bipartisan si registrano sulla scelta della base aerea di Trapani-Birgi per lo svolgimento, previsto da settembre a novembre, della «Trident Juncture», la maggiore esercitazione Nato dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi.

«Nel considerare con meraviglia e preoccupazione che il Governo italiano ritiene di non essere in grado di assicurare le stesse condizioni di sicurezza in altra parte del territorio nazionale, sono certo che lo stesso Governo saprà questa volta organizzare il lungo ed impegnativo evento militare in sintonia con il territorio perché questi ne colga i potenziali risvolti positivi, e che non venga penalizzato il trasporto aereo civile dello scalo Trapani/Marsala Birgi, impegnato a sostenere tramite il rilevante flusso di passeggeri l'economia locale e le attività turistiche in particolare, in quel periodo ancóra internazionalmente rilevanti, come l'ormai celeberrimo "Cuscus Festival" di San Vito Lo Capo», afferma infatti il senatore e coordinatore provinciale di Forza Italia Antonio D’Alì aggiungendo con un filo di ironia: «Immagino sia stato ascoltato anche l'autorevole Governo Regionale». La «Trident Juncture» rientra in una più vasta operazione militare che vedrà coinvolti Spagna e Portogallo, mezzi terrestri, navali e aerei e ben 25 mila militari provenienti dai Paesi Nato.

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