TRAPANI. «La Sicilia deve vivere di sole, di mare, di agricoltura e di turismo, non di catrame nero». Il senatore Antonio D'Alì, già presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama, ribadisce le motivazioni che stanno alla base di una mozione e di un referendum abrogativo per fermare l'accelerazione delle trivellazioni nel Mare di Sicilia che sono stati presentati dai senatori del gruppo Grandi Autonomie e Libertà di cui fa parte. Nell’occasione è stata confermata la pericolosità delle trivellazioni perché le aree da Ragusa a Trapani, in cui si intende posizionare le trivelle hanno una struttura crostale in cui si riscontrano sistemi vulcanici sommersi tutt'ora attivi. «Infine la beffa delle beffe - afferma D’Alì - perché contrariamente a quanto annunciato dal presidente Rosario Crocetta («valgono tra i 300 e i 500 milioni annui») la Regione non avrà un centesimo dalle estrazioni» essendo il mare «di competenza statale. ALTRE NOTIZIE NELL'EDIZIONE DI TRAPANI DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA