TRAPANI. Il gettone di presenza passa da 66 ad 87 euro. Ventuno in più. È quanto ha deciso il consiglio comunale che, nel corso dell’ultima seduta, ha dato il via libera con 15 voti a favore, 7 contrari (i tre nuovi consiglieri forzisti Totò La Pica, Nicola Lamia e Peppe Guaiana, i socialisti Tiziana Carpitella, Pietro Cafarelli ed Andrea Vassallo oltre a Domenico Ferrante del gruppo misto) e tre astenuti, l’intero gruppo del Partito democratico: Enzo Abbruscato, Ninni Passalacqua e Nino Grignano, mentre non hanno partecipato alla seduta Francesco Guarnotta, Nicola Sveglia, Mimmo Fazio, impegnato a Palermo all’Assemblea regionale, ma che, essendo deputato regionale, già non percepisce alcuna indennità per le funzioni di consigliere comunale, e Ninni Barbera. COSA NE PENSI? CLICCA QUI PER PARTECIPARE AL SONDAGGIO Ed immediate partono le polemiche con Totò La Pica che si scaglia contro coloro che hanno approvato l’aumento del gettone di presenza. «Il danno — sono le sue parole — è nato, principalmente, nel momento in cui Franco Ravazza di ”Uniti per il Futuro”, il movimento che fa capo all’onorevole Fazio, ha presentato l’ordine del giorno sullo status del consigliere». Approvando quel documento, infatti, l’ammontare del gettone di presenza non è stato più collegato all’indennità percepita dal sindaco. Così, una volta rispettati i dettami del patto di stabilità, le indennità potevano ritornare quelle di una volta. Damiano, però, ha deciso di mantenere la sua a circa 4 mila euro al mese, come durante le sanzioni per lo sforamento, mentre i consiglieri no. «L’approvazione di quell’ordine del giorno — continua La Pica — ha imposto all’amministrazione di presentare questo atto amministrativo, a prescindere, poi, dall’esito del voto espresso durante la seduta». «Quell’ordine del giorno — è l’immediata replica di Franco Ravazza —, peraltro concordato con gli altri consiglieri, ed è stato voluto per eliminare un vero e proprio paradosso. Fino ad ora, se un sindaco avesse deciso di ridursi l’indennità, e porto un esempio, a mille euro al mese, i consiglieri comunali sarebbero stati legati alla sua scelta. Noi eravamo agganciati a lui. Ed invece, in questo modo, facciamo chiarezza, dato che c’è anche una legge regionale che regola tutta la materia». La Regione, infatti, stabilisce in 99 euro il tetto masimo per ciascun gettone di presenza. «Noi — continua Ravazza —, anzi lo abbiamo abbassato ad 87 euro. Ma ciò non toglie che qualunque consigliere possa decidere di tenere una parte dell’indennità e devolvere l’altra parte. Nell’emendamento approvato, con primo firmatario Franco Briale, infatti, viene spiegato che ciascun consigliere può decidere autonoamente di lasciare nelle casse del Comune, o di devolvere in beneficenza, parte dell’indennità del gettone di presenza».