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Diffamazione, giudice assolve il sindaco di Erice

ERICE. Diede del «cretino» ad un ex sottufficiale della Guardia di finanza che aveva proposto di sottoporre i consiglieri comunali e gli assessori al test antidroga. Il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, che era stato chiamato a rispondere del reato di diffamazione nei confronti dell’ex sottufficiale delle Fiamme gialle, Francesco Borghi, è stato assolto, dal giudice Franco Messina, nonostante la richiesta della pubblica accusa di una condanna alla pena pecuniaria di 1.500 euro.

Dal dispositivo della sentenza emerge, infatti, che il giudice ha riconosciuto al sindaco di Erice l’«esimente del diritto di critica politica».
Il fatto risale al 17 settembre del 2011. Nel corso di una trasmissione televisiva, Tranchida apostrofò Borghi, commentando la sua proposta di sottoporre i consiglieri e gli amministratori di Erice al test antidroga, con il termine di «cretino» e con espressioni come «questo sarebbe da pigliare e sbatterlo dentro per la fine dei suoi giorni» e «striscia come serpi. Ma le serpi, essendo poi figlio di una cultura diciamo campagnola, alle serpi a me ha insegnato una cosa sola, come dire che bisogna puntare alla testa e...schiacciarle». Borghi, assistito dall’avvocato Nino Sugamele, si era costituito parte civile.

 

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