Trapani

Martedì 04 Febbraio 2025

Lo studio degli esperimenti medici nazisti rivela atrocità

Nel laboratorio d’Igiene, coordinati dalle professoresse Lucia Foderà e Giovanna Orlando, abbiamo trascorso il giorno dedicato alla memoria conducendo un’indagine sugli esperimenti dei medici nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. La ricerca si è concentrata sulle implicazioni morali dei dati ottenuti con sperimentazioni sui prigionieri. Giovanni ha studiato Karl Brandt, medico di Hitler, promotore del programma AktionT4, mirato a sopprimere bambini con malformazioni genetiche e malattie mentali, esteso agli adulti. Noemi e Gaia hanno approfondito le pratiche di August Hirt, che selezionò prigionieri ebrei per creare una collezione di scheletri a scopi razziali, nota come la «Collezione di scheletri di Auschwitz e Natzweiler». Matteo e Vito hanno esaminato gli esperimenti di Ravensbrück, dove ossa, muscoli e nervi venivano rimossi senza anestesia, causando dolore e malformazioni permanenti. Giada e Jennifer si sono dedicate agli esperimenti su ferite infettate con microrganismi per studiare malattie come tifo e malaria ed ai test in camere iperbariche per analizzare la decompressione, spesso con esiti fatali. Noemi e Gaspare citano Carl Friedrich von Weizsäcker che afferma come la scienza sia stata usata per giustificare l'indicibile e rendere accettabili le atrocità e scoprono il medico Eugene Fischer, che attraverso prelievi di sangue, tessuti e misurazioni craniali, arrivò ad una scala di purezza della «razza» termine mai ammesso dalla comunità scientifica. Sonia e Serena hanno indagato sugli esperimenti del tristemente noto Josef Mengele sui gemelli e sulle vittime denutrite, per osservare il dolore e la reazione del corpo umano in assenza di anestesia. «Ma quella del nazismo non fu né scienza né medicina, bensì pseudoscienza» dice Sophia, sottolineando che gli esperimenti nazisti rappresentano il fallimento dell’umanità nella scienza. «Questa ricerca ci ha insegnato che il progresso scientifico non può prescindere da una rigorosa riflessione etica - continua Alessandra - perché è sconvolgente pensare che medici formati per salvare vite abbiano scelto di infliggere sofferenza per un’ideologia». Ad Auschwitz, la scienza nazista ha scritto la pagina più oscura della medicina moderna, trasformando il sapere in uno strumento di morte. È fondamentale ricordare queste atrocità per evitare che la storia si ripeta e proteggere la dignità umana sopra ogni cosa. V E Ruggiero d’Altavilla Mazara del Vallo  

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