
I mulini delle saline di Trapani rischiano di essere dimenticati. A lanciare l’allarme è Vita Canino, proprietaria della Salina Galia-Canino e beneficiaria del bando Pnrr M1 C3 – 2.2, dedicato alla protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale. Il progetto, finanziato dalla Regione Siciliana e gestito dall’assessorato dei Beni culturali, ha come obiettivo il recupero di strutture storiche e identitarie. Ma i ritardi burocratici e la mancanza di liquidità stanno mettendo tutto in discussione.
«Ad oggi non abbiamo ricevuto l’anticipo previsto. I fondi non arrivano. I lavori sono fermi», denuncia Canino. La scadenza per la chiusura dei progetti è fissata al 31 dicembre 2025. Ma la situazione è critica. «Le procedure per l’erogazione dei SAL sono lente e complesse. I beneficiari, me compresa, non riescono a sostenere le spese. Senza liquidità, è impossibile rispettare il cronoprogramma».
La richiesta di proroga è stata inviata al Ministero della Cultura, al Ministero dell’Economia e alla Regione Siciliana. Canino chiede più tempo per completare gli interventi. «Una proroga è necessaria. Senza, rischiamo di vanificare gli investimenti già fatti. I progetti non possono essere portati a termine in queste condizioni».
Il decreto del Mef del 6 dicembre 2024 prevede l’erogazione dei fondi entro trenta giorni dalla richiesta. Ma questo non sta accadendo. «Le saline di Trapani sono un patrimonio unico. I mulini, simbolo della nostra storia, vengono abbandonati a loro stessi.
L’amministrazione regionale che deve erogare il contributo non mostra interesse», afferma.
Nel territorio comunale, i mulini ancora in piedi si contano sulle dita di una mano. «La ristrutturazione richiede maestranze specializzate. Le cupole e le pale in legno non si trovano facilmente. Servono tempi più lunghi e risorse certe», spiega Canino.
La denuncia è chiara: senza interventi urgenti, il paesaggio rurale rischia di perdere pezzi fondamentali. «La Regione deve velocizzare le pratiche. E deve chiedere al Governo e all’Unione Europea una proroga del bando. Se non si agisce subito, le saline e i mulini sono destinati a morire».
Canino conclude con un appello alla responsabilità istituzionale. «Non possiamo permettere che un patrimonio come questo venga cancellato dall’inerzia burocratica. Serve una risposta concreta. Serve volontà politica».
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