Quasi 50 trattori degli agricoltori della Valle del Belìce e dello Jato oggi pomeriggio (28 gennaio) hanno raggiunto Castelvetrano. La protesta si è spostata vicino al centro commerciale Belicittà, dove i mezzi agricoli sono rimasti esposti con striscioni e bandiere. Tra i mezzi anche un carrello con una bara da funerale con su scritto «La viticoltura è morta».
«Siamo qui per far sentire la nostra voce - ha detto Lorenzo Giocondo, pastore di Poggioreale costretto a vendere i capi di bestiame perché non trovava manodopera -, l’agricoltura se la sono venduta e noi siamo qui a piangerne le conseguenze».
Grano sottopagato, costo del carburante agricolo che è aumentato, fitofarmaci a costi più elevati, «così non potremo più andare avanti, ecco perché chiediamo lo stato di emergenza nazionale», aggiunge Giocondo.
«È necessario che il consumatore finale acquisisca consapevolezza nell’acquistare prodotti a chilometro zero - aggiunge Domenico Maiuri di Santa Ninfa - perché quello che risparmia al supermercato senza controllare da dove arriva il prodotto poi rischia di pagarlo in termini di salute».
Insieme agli agricoltori questo pomeriggio c’erano anche i sindaci di Enzo Alfano (Castelvetrano), Francesco Li Vigni (Partanna), Vincenzo Drago (Salaparuta) e Gaspare Viola (Santa Margherita Belìce). «Oggi non possiamo che manifestare la nostra solidarietà - ha detto il sindaco Viola - ma sarà nostro impegno investire i Consigli comunali per deliberare un atto di indirizzo sulla questione. Dal futuro dei nostri agricoltori dipende il futuro del nostro territorio».
Castelvetrano, protesta con i trattori degli agricoltori della Valle del Belice
Quasi 50 mezzi vicino al centro commerciale, con i dimostranti anche quattro sindaci del territorio
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