La sentenza è di poche pagine, poco più di una decina, ma è destinata a cambiare in modo radicale gli investimenti nel settore dell’energia eolica, rendendoli un po’ meno facili.
Il Consiglio di giustizia amministrativa ha negato a Enel Green il via libera per espropriare i terreni su cui il colosso dell’energia avrebbe voluto realizzare due mega impianti eolici, entrambi nel Trapanese. Quei terreni - è la sintesi della sentenza - vanno acquistati a prezzi di mercato per non far cadere su altri i costi imprenditoriali. L’organo d’appello della giustizia amministrativa ha ribaltato una sentenza di primo grado con la quale il Tar aveva invece ritenuto legittimo che l’azienda espropriasse i terreni in cui sistemare le pale eoliche.
È una sentenza, emessa dalla Sezione giurisdizionale del Cga (presidente Ermanno De Francisco, estensore Antonino Caleca), che costituisce ora un punto fermo per tutte le future autorizzazioni che la Regione dovrà valutare per progetti di energia eolica. E sono tanti quelli pendenti.
E qui bisogna fare un passo indietro. La Regione aveva bocciato i progetti di Enel Green perché non avevano il requisito della proprietà dei terreni: passaggio fondamentale alla luce di una legge regionale, la 29 del 2015. Enel aveva ribattuto puntando su una norma nazionale - il comma 4 bis del decreto legislativo 387 del 2003 - che consente invece di ottenere l’autorizzazione annunciando l’intenzione di espropriare successivamente i terreni sulla base della pubblica utilità ad avere energia pulita.
E in primo grado la tesi di Enel è stata accolta dal Tar. Ma la Regione si è appellata e ora è la sua tesi ad aver prevalso: quei progetti potevano essere bocciati. L’azienda potrà ripresentarli solo dopo aver acquistato i terreni. La sentenza attribuisce così un valore di mercato ai terreni, escludendo che possa avvenire l’esproprio sulla base del valore agricolo precedente all’investimento.
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