«Le Zone economiche speciali rappresentano una importante proposta di sviluppo economico e produttivo per il territorio trapanese, ma per essere attrattive e competitive, rispetto ad altre regioni meridionali dove le Zes sono già operative, è indispensabile passare subito alla fase progettuale». Il segretario generale della Cgil di Trapani Filippo Cutrona, interviene sulle Zes che nel trapanese interessano il comparto marmifero di Custonaci, l’agglomerato industriale, l’area logistica, il porto e il retroporto di Trapani, l’aeroporto di Trapani Birgi, e alcune porzioni dei territori di Gibellina, Marsala, Mazara del Vallo e Salemi per quanto riguarda il settore agroalimentare e ittico. «Approvata la legge - dice il segretario generale Cutrona - occorre adesso che la Regione riprogrammi i fondi europei per garantire maggiori risorse economiche alle imprese, per creare lavoro e per rafforzare il ruolo e la funzione delle Zes. Se non si supereranno i limiti che riguardano la rimodulazione dei fondi strutturali, da cui dipendono le previsioni della finanziaria regionale, le Zes usufruiranno solamente dei fondi nazionali e, in assenza di un piano di sviluppo strategico che preveda agevolazioni supplementari, non avranno una capacità attrattiva per i nuovi investitori». La Cgil evidenzia che le Zes rappresentano anche una ulteriore occasione di sviluppo per lo scalo aeroportuale di Trapani Birgi. L’inserimento del «Vincenzo Florio» nelle Zone economiche speciali potrebbe, infatti, far decollare l’aeroporto anche come base per il traffico merci, consentendo alle tipicità del territorio di raggiungere i mercati del nord Italia ed esteri, oltre a garantire una maggiore operatività allo scalo. Per la Cgil di Trapani è, pertanto, necessario riaprire il confronto territoriale con gli imprenditori e con tutti i soggetti coinvolti. «Per l’avvio delle Zes - dice il segretario Cutrona - è opportuno istituire una cabina di regia per programmare lo sviluppo della provincia di Trapani. Le Zone economiche speciali rappresentano una occasione per far ripartire settori produttivi fortemente segnati dalla crisi e per evitare che segmenti dell’economia possano essere schiacciati e aggrediti da una possibile concorrenza della mafia».