Alitalia lascia Trapani Birgi, rotte cancellate ma biglietti venduti: Sicilia più isolata, esplode la protesta
La doccia fredda è arrivata a pochi giorni dalla riapertura ufficiale dopo il lockdown. Alitalia lascia l'aeroporto di Trapani Birgi. La compagnia aerea ha improvvisamente e unilateralmente comunicato di cancellare da luglio le proprie rotte, quotidiane, da Trapani Birgi verso Roma Fiumicino e Milano Linate, nonostante i biglietti già venduti, come ha sottolineato il presidente di Airgest, Salvatore Ombra. La compagnia ha poi replicato: "Le rotte da e per Trapani presentano per luglio e agosto un numero di prenotazioni inferiore del 60% rispetto all'anno scorso, nonostante i voli siano in vendita a tariffe particolarmente favorevoli (a partire da 61 euro a tratta, tasse aeroportuali incluse). Abbiamo quindi chiesto all'aeroporto un sostegno per mantenere nel periodo estivo i voli Trapani-Roma e Trapani-Milano, la cui redditività è fortemente penalizzata dalla riduzione del traffico a seguito degli effetti del Covid-19". La decisione di Alitalia rischia di assestare un nuovo colpo al turismo siciliano. E lo scontro si infiamma. Al rammarico di Ombra si aggiunge anche la rabbia del presidente della Regione Nello Musumeci: "Apprendo dal presidente di Airgest che Alitalia, la compagnia di bandiera, improvvisamente ha fatto sapere che non intende operare rotte con Roma e Milano da Trapani. Neppure in estate. E' l'ennesimo schiaffo che si aggiunge a tariffe perlopiù inaccessibili e ai voli ancora ridotti in tutti gli scali siciliani, che stanno rendendo impossibile raggiungere l'Isola e partire", ha affermato ieri sera il presidente della Regione. "Si tratta - aggiunge - di un atteggiamento che, nel pieno della più grave crisi economica del nostra comunità, assume i profili di seria irresponsabilità di cui chiediamo conto innanzitutto al management ed al governo nazionale". Per il governatore "i trasporti aerei sono andati fuori controllo e il grido d'allarme delle compagnie low-cost è drammatico. Tutto questo sta indebolendo la nostra ripresa e rendendo difficile la vita dei siciliani". Musumeci chiede ora una presa di posizione del presidente Conte "che dal governo centrale sta attendendo aiuto oltre ogni legittima misura. In caso contrario, ma conosco la sensibilità del premier, la Sicilia darà vita a proteste clamorose". E il dibattito politico si accende. "Ci uniamo all'appello che il presidente Nello Musumeci ha rivolto al governo nazionale, perché faccia marcia indietro e trovi una soluzione adeguata per quello che, altrimenti, potrebbe diventare un vero problema per la ripresa economica anche della Regione siciliana", si legge in una nota diffusa dal Coordinamento +Europa Sicilia. "Uno schiaffo per un intero territorio. Oltre il danno anche la beffa - prosegue la nota - perché grazie al decreto Rilancio, le compagnie low cost straniere sono obbligate ad applicare ai propri dipendenti le stesse condizioni di Alitalia con il risultato di una fuga delle low cost e un indebolimento della ripresa economica della nostra Regione". Protesta anche da M5s: "Quali iniziative intende mettere in campo il governo per scongiurare, a partire da luglio, l'interruzione dei collegamenti di Trapani Birgi con Roma Fiumicino e Milano Linate", dice il deputato M5s alla Camera, Antonio Lombardo in una interrogazione diretta alla ministra delle Infrastrutture De Micheli. "La scelta di eliminare le tratte aeree annunciata da Alitalia - afferma Lombardo - rappresenterebbe l'ennesimo duro colpo inferto ad un aeroporto che negli ultimi anni ha subito tagli importanti dei finanziamenti destinati al suo rilancio e ha visto progressivamente ridurre la sua funzionalità: l'abbandono dell'aeroporto di Birgi da parte della compagnia di bandiera significherebbe per la Sicilia rinunciare definitivamente al progetto di sviluppo del territorio trapanese, già fortemente penalizzato con conseguenze irrimediabilmente negative sulla precaria economia della provincia". "E' un ennesimo colpo al turismo siciliano, un nuovo attacco al rilancio economico dei nostri comuni. Per giunta un attacco assestato dalla compagnia di bandiera, la cui sopravvivenza è garantita dallo Stato", commenta Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia. "Ci auguriamo che il Governo nazionale - aggiunge - intervenga il più presto possibile per annullare una decisione che, in un momento di grave crisi come quello che stiamo attraversando, sancirebbe il default irreversibile di tantissimi comuni dell'Isola". Sul piede di guerra anche i sindacati. "Alitalia non deve abbandonare Trapani, da tempo si discute di un rilancio dell’aeroporto, e di certo così non potrà avvenire. E’ un colpo grave al futuro di questo scalo che giunge peraltro da una compagnia aerea la cui sopravvivenza è garantita dallo Stato". Così i segretari di Cgil Cisl Uil Trapani, Filippo Cutrona, Leonardo La Piana e Eugenio Tumbarello e il presidente di Sicindustria Trapani Gregory Bongiorno. "Un fatto - aggiungono - che avrà serie ripercussioni perchè pregiudica il futuro di Trapani Birgi, dei suoi lavoratori, per non parlare dei settori produttivi trainanti per il territorio come il turismo e quindi l’alberghiero e tanti altri. La posizione strategica dello scalo trapanese dovrebbe piuttosto incentivare investimenti e manifestazioni di interesse da parte di altre compagnie aeree, e invece ci ritroviamo con continui annunci di abbandoni da parte di società finora fondamentali per l’operatività dello scalo". Le istituzioni locali e regionali, aggiungono, "facciano fronte comune per chiedere al governo nazionale di intervenire chiedendo ad Alitalia un passo indietro. Siamo pronti anche noi a manifestare insieme a tutte le realtà del territorio per salvare lo scalo di Birgi e con questo preservare il futuro del nostro sistema economico, già messo seriamente a rischio dal recente lockdown che ha aggravato la crisi".