Il settore della pesca è in stato di emergenza. Il lockdown per contrastare la diffusione del coronavirus sta avendo pesanti ripercussioni tra i pescatori trapanesi. Se da un lato, infatti, le barche continuano ad andare per mare, calando le reti e portando pesci in banchina, dall’altro è venuta meno la domanda per la vendita del prodotto ittico, a partire dalle richieste da parte dai ristoranti e delle sale di ricevimento per banchetti, matrimoni ed altre ricorrenze. S’è fermato tutto e quindi ciò che arriva nei pescherecci resta invenduto. Le celle frigorifere hanno pur sempre una capienza limitata ed anche la chiusura del mercato al dettaglio nella tensostruttura nei pressi del porto peschereccio ha influito sul saldo negativo dell’intero settore, che è sempre più in crisi.
Il grido d’allarme è partito da Natale Amoroso, presidente della Organizzazione produttori della pesca di Trapani, che senza usare mezzi termini ha parlato di un vero è proprio «tsunami», soffermandosi sulla «situazione anomala e imprevedibile – ha affermato - che sta portando gli operatori a richiedere aiuti economici importanti. Seppur le istituzioni, a tutti i livelli, si stanno mettendo a lavoro, ad oggi, dopo circa due mesi, nessun nostro operatore ha percepito un euro, senza avere nemmeno una data certa su cui poter contare.
Ma il semplice indennizzo, adesso, non è più la soluzione del caso, va bene per il breve periodo, ma bisogna rimboccarsi le maniche e rimettere in moto i motori, iniziando una programmazione di lungo periodo». I problemi del comparto sono dunque legati alla minore domanda, con un calo, stimato dallo stesso Amoroso, attorno al settanta per cento.
«Non tutti i pescherecci hanno avuto la convenienza ad uscire in mare – ha rimarcato il presidente della Op della pesca di Trapani - a causa della minore domanda legata alla chiusura della ristorazione. Ma è evidente, però, che dove i mercati mostrano disfunzionalità il settore ha carenze strutturali e l’attività imprenditoriale non può essere garantita nel suo corretto esercizio».
Tra le richieste dei pescatori c’è la riapertura dei mercati, compreso quello all’ingrosso di via Cristoforo Colombo destinato alla grande pesca, per le barche a strascico e del pesce azzurro. Gli operatori della pesca trapanesi – ha continuato Amoroso - chiedono che le istituzioni facciano la loro parte soprattutto in un momento di così grave difficoltà, rimettendo in moto i luoghi deputati alla vendita del prodotto ittico e cioè i mercati del pesce”.
Ed in base a quanto fatto sapere dal sindaco Giacomo Tranchida, già domani, in base alle nuove disposizioni per l’emergenza coronavirus, dovrebbe riaprire il mercato al dettaglio attiguo alle banchine del porto peschereccio. Ci sono poi buone notizie in arrivo dall’Unione Europea.
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