«No» del Dipartimento dei Beni culturali della Regione alla concessione a privati del castello della Colombaia, detta anche Torre Peliade o Castello di mare, uno dei simboli della città di Trapani. La commissione di gara, infatti, ha escluso pure la «ditta Gianluca Seidita» di Palermo un'impresa che pare faccia riferimento a un'importante catena alberghiera spagnola, che si era aggiudicata la prima fase dell'assegnazione del bando.
L'assegnazione definitiva, infatti, sarebbe dovuta passare attraverso altre due fasi. Per la materiale consegna dell'immobile all'impresa palermitana, si sarebbe trattato, nella fattispecie, di stabilire la durata della concessione ed il canone di affitto che essa (eventualmente anche assieme ai suoi riferimenti spagnoli) avrebbe dovuto pagare.
Responsabile Unico del Procedimento era stato l'architetto Luigi Biondo, allora direttore del Polo museale di Trapani e oggi del Museo regionale di Arte moderna e contemporanea Riso di Palermo.
Il bando di gara a procedura aperta per l'affidamento a privati dell'immobile venne pubblicato nell'agosto del 2018 e specificava soltanto che la durata della concessione sarebbe stata da un minimo di 6 ad un massimo di 50 anni e non prevedeva una base d'asta. Ma era stato indetto con l'obiettivo del recupero dello storico Castello di mare e della sua valorizzazione nell'ambito di un programma di sviluppo del turismo sostenibile legato alla cultura dell'ambiente costiero e del mare. Condizioni che, evidentemente, non sono state riscontrate in nessuna delle tre offerte che inizialmente erano pervenute.
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