"Da aprile, gli impianti di compostaggio regionali non riescono più a smaltire l'organico prodotto nei Comuni siciliani. Siamo costretti ad inviare la frazione umida in un impianto del nord Italia con un ulteriore aggravio di spesa. La Regione deve trovare una soluzione al problema in Sicilia e a prezzo contenuto". Ad affermarlo è il sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo (Pd). "La nostra amministrazione, così come tantissime altre - continua il sindaco - dopo la chiusura della Sicilfert ha avuto notevoli difficoltà a smaltire la frazione dell'organico prodotta in città, anche perché in Sicilia è stato difficile individuare centri di compostaggio della frazione umida. In questi quattro mesi si è cercato e trovato soluzioni temporanee al fine di garantire la regolare raccolta dell'umido nelle nostre abitazioni ed evitare anche possibili problemi di carattere igienico-sanitario". "Il tutto, anche, con un considerevole aumento dei costi di smaltimento. - osserva - Siamo, infatti, passati da un costo di 110 euro a tonnellata negli anni precedenti, quando si conferiva alla Sicilfert, a un costo medio di 190 euro a tonnellata nel corso degli ultimi quattro mesi per conferire a Catania". Già 60 tonnellate di rifiuti organici prodotti a Marsala sono partiti per essere smaltiti al nord Italia. Ciò, però, con un ulteriore aumento dei costi che saranno di 265 euro a tonnellata. E questo si rifletterà sulle bollette che dovranno pagare i cittadini. "Anche nella qualità di presidente della Ssr Trapani Nord - conclude il sindaco Di Girolamo- rivolgo un ulteriore appello alle competenti autorità regionali affinché individuino una soluzione al problema, con costi contenuti, possibilmente all'interno della Sicilia". (ANSA)