CUSTONACI. Cinque milioni e duecentomila euro di esportazioni in meno in un anno. Il settore lapideo della provincia di Trapani, dove insiste il bacino marmifero di Custonaci, il più grande della Sicilia, ha chiuso il 2016 con un perdita di circa il 13%. In controtendenza rispetto al resto d'Italia, poi, anche per quanto riguarda i primi mesi del 2017.
Da gennaio a marzo, infatti, le esportazioni sono state pressoché stabili, ma rispetto ad un trimestre, quello di un anno addietro, dove le crisi internazionali già cominciavano a farsi sentire. Perché il calo è dovuto a problemi venutisi a creare con l'India e con l'Arabia Saudita. In India il governo aveva bloccato le licenze di importazione e, pertanto, si era verificato un blocco totale. «Poi, invece, ha deciso di liberalizzarle – spiega Vito Pellegrino, presidente di Confindustria Marmi di Trapani –, ma in questo periodo di fermo abbiamo registrato un calo di esportazioni verso l'India di circa un milione di euro».
Peggio, invece, riguardo l'Arabia Saudita, Paese che rappresenta una grossa fetta del mercato, considerato che circa il 30% delle esportazioni di marmo trapanese finiscono proprio nello Stato saudita.
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