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Mancano i contributi, scompaiono le sagre nel borgo di Selinunte

SELINUNTE. C'era una volta la «sagra della sarda», c' era una volta il «pane nero più lungo del mondo», c'era una volta il Natale a Marinella di Selinunte. Adesso nella borgata marinara si vive di ricordi senza che nessuno abbia voglia di rimboccarsi le maniche.

Orazio Torrente, imprenditore alberghiero, era uno di quelli che riusciva a coinvolgere tante famiglie per fare diventare Marinella, la "capitale degli eventi", quando nei paesi limitrofi si parlava solo di piccole sagre paesane,legate al festeggiamento di qualche Santo patrono.

Lo stesso sfoglia il suo ricco " album dei ricordi. «Alla fine degli anni 80 realizzammo quasi sulla spiaggia il presepe dei pescatori, lavorammo tutti con tanto entusiasmo e fummo ripagati da una presenza impensabile di visitatori della zona e di tanti turisti ai quali offrivamo anche la "ricotta fatta sul posto. Venivano anche le scolaresche dei centri vicini a portarci i loro presepi che mettevamo in visione, in una stanza che un privato ci metteva a disposizione» .

«Chi non ricorda fino a qualche anno fa la sagra delle sarde? .Poi con la scusa della piazza di legno l' evento fu spostato alla stazione per poi perdersi definitivamente anche per mancanza di supporti economici comunali.

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