ERICE. Proposta a Erice, nel corso dei Seminari internazionali sulle Emergenze Planetarie, l'istituzione di un centro per il monitoraggio di malattie infettive che potrebbero portare a epidemie. La variabilità delle infezioni è molto spesso ancora non del tutto prevedibile. La mancata pandemia dell'infezione da virus influenzale H9N1, l'epidemia di Ebola in Africa occidentale e quella di Zika in Brasile sono le più recenti prove della capacità limitata di predittività della comunità scientifica.
Il problema alla base di questa limitazione è la non precisa conoscenza dei fattori che regolano la suscettibilità (ed in alternativa la resistenza) del singolo individuo e di intere popolazioni agli agenti patogeni. Gli studi permetteranno di valutare le cause della diversa oncogenicità di alcuni agenti infettivi in diverse popolazioni. L'esempio migliore è la presenza del linfoma di Burkitt in alcune aree del globo (quali Uganda e Brasile), quasi del tutto assente in altre aree geografiche, e la diversa suscettibilità individuale alle patologie infettive ed al rischio di progressione neoplastica a seguito dell'esposizione ad agenti patogeni. Il gruppo interessato a questi studi è costituito da Ishwar Gilada (da Bombai-India, presidente della Società sull'Aids in India), da Sam Mbulaiteye (Epidemiologo dell'Nih - Istituto Nazionale di Sanità, Washington-Usa), Philip Eckhoff (Emod Project/Global Good, Intellectual Ventures, LLC, Bellevue-Wa-Usa) e Franco Maria Buonaguro (virologo dell'Istituto nazionale tumori «Fond Pascale» di Napoli).
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