PALERMO. Il mondo del vino siciliano perde una figura storica: è morto improvvisamente, stroncato da un infarto, Giacomo Rallo, patron e fondatore, insieme alla moglie Gabriella Anca, della cantina Donnafugata. La camera ardente è stata aperta nelle cantine Donnafugata di Via Lipari a Marsala. I funerali si celebreranno alle 16 (mercoledì) in Chiesa Madre, sempre a Marsala.
Cavaliere del lavoro, Rallo era nato il 18 ottobre 1937 ed era considerato uno degli imprenditori vitivinicoli siciliani più noti a livello internazionale, è morto questa mattina stroncato da un infarto.
Marsalese, laureato in legge, quarta generazione di una famiglia siciliana impegnata dal 1851 nella produzione di vini di qualità, fin da giovane prende parte alle attività dell'azienda di famiglia che dirige dal 1965 al 1970 assumendone, al contempo, l'incarico di export manager. Si dedica poi a proprie attività imprenditoriali, sempre in ambito enologico. Nel 1983, mettendo a frutto le esperienze maturate
all'estero, insieme alla moglie Gabriella Anca, esperta viticoltrice, dà vita al progetto «Donnafugata» determinandone le scelte strategiche attraverso un forte orientamento al mercato ed al segmento dei vini di qualità.
L'obiettivo è quello di sviluppare in Sicilia un innovativo progetto produttivo e culturale che valorizzi l'identità del territorio e sia in grado di assimilare il meglio della tecnica e della scienza enologica. Per questo, Giacomo Rallo, viene considerato uno degli innovatori del mondo del vino siciliano. Il progetto di Donnafugata si è tradotto nella realizzazione dei tre siti produttivi (le cantine di vinificazione di Contessa Entellina e Pantelleria, e quella di affinamento di Marsala) e nella coltivazione di 260 ettari di vigneti a Contessa Entellina e di 68 ettari a Pantelleria. Convinto sostenitore dell'associazionismo tra gli operatori della filiera vitivinicola, Giacomo Rallo ha ricoperto diversi prestigiosi incarichi in diversi organismi associativi. Nel 2006 è stato nominato Cavaliere del Lavoro. Lascia la moglie Gabriella Anca e
i figli Josè e Antonio che lavorano anche loro in azienda.
"La mia terra ha bisogno di credere in se stessa - ha detto in occasione del riconoscimento come Cavaliere del lavoro - di riscoprire le sue vocazioni produttive e culturali e di far emergere, sempre più, una classe dirigente e imprenditoriale capace di generare sviluppo e lavoro per le future generazioni. Donnafugata è un caso felice, in cui una moderna progettualità d'impresa, il rigore produttivo verso l'eccellenza e la valorizzazione dell'identità culturale del territorio, trovano una sintesi sempre più avanzata e competitiva. Questo riconoscimento premia il mondo del vino di qualità, e quanti, in tutti questi anni, hanno lavorato per far emergere un nuovo e più positivo profilo di questa nostra regione"
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