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Porto di Trapani, gli imprenditori sfiduciano De Martino

TRAPANI. Proposto lo scioglimento del Nuovo Consorzio del Porto con l’incarico ad uno degli attuali componenti del consiglio, Nicola Cardillo, di procedere materialmente alla liquidazione. Una proposta che viene da una folta base degli imprenditori portuali facenti parte del Consorzio e che, ovviamente, non è condivisa dal presidente Andrea De Martino, per quanto manchino dichiarazioni ufficiali in merito. L'attuale presidente, anzi, rivendicherebbe all’intero consiglio (terzo componente è Ninni Busacca) il merito di avere ottenuto dalla Capitaneria di Porto la concessione di parte della Stazione marittima e la gestione dell’intera struttura. L’unico che prende posizione è il deputato regionale socialista Nino Oddo, anche se il Consorzio del Porto non è un Ente pubblico, ma una società di imprenditori. Appreso della sfiducia manifestata nei confronti di De Martino, si augura che, ripartendo da capo, con un nuovo atto costitutivo tra i soci e un nuovo presidente, la scelta per il vertice «sia più oculata e aderente agli interessi reali degli operatori portuali».

Per il porto teme, però, tempi grami l'Associazione «Trapani Cambia» in relazione al fatto che è attualmente in discussione, a Roma, la proposta di decreto legislativo, in attuazione del piano nazionale della logistica, che ne prevede l’accorpamento sotto l’egida dell’autorità portuale di Palermo. «Trapani cambia» rivolgendosi ai deputati nazionali e regionali eletti nel territorio osserva che il piano nazionale della logistica non prevede l'accorpamento di Porto Empedocle che come Trapani non ha l’Autorità portuale. Rilevando che «un eventuale accorpamento con Palermo non pare giustificato da motivi di economia, di bilancio né da motivi legati alla logistica dei trasporti portuali», chiede se si sia valutato che «il porto e la città di Trapani sarebbero subordinati agli interessi di Palermo che difficilmente lascerebbero spazio ad una crescita del nostro territorio».

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