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Mazara del Vallo, più visitatori alla kasbah che dal «Satiro»

L'itinerario ebraico per coloro che arrivano in città inizia con la Piazza San Michele dei Normanni

MAZARA DEL VALLO. Boom di visitatori alla kasbah, di più del Satiro danzante forse perché, in questo caso, incide il prezzo d'ingresso. Alla kasbah invece si entra e si esce dopo avere percorso un dedalo di stradine rimesse a nuovo, con decorazioni di maioliche sui muri delle case e a fianco delle porte e delle finestre, ove si racconta la storia della città islamica e cristiana. Una storia e un agglomerato urbano pieno di fascino che richiama, oltre che visitatori, anche studiosi di urbanistica araba e medievale. Questa estate novità assoluta sono state le visite guidate al quartiere della Giudecca.

Gli Ebrei rimasero a Mazara fino al 1493. Non fu un periodo economicamente fiorente per la città perché gli ebrei erano principalmente artigiani, fabbri, falegnami, infatti inseguito al decreto di espulsione emanato circa un anno prima dal re di Spagna Ferdinando il Cattolico, gli Ebrei furono cacciati da tutti i domini della Spagna e quindi dalla Sicilia. Alcuni Giudei mazaresi preferirono all'esilio la conversione al cristianesimo. Dopo l'espulsione la loro sinagoga, che è l'attuale chiesa di S.Agostino, fu ceduta agli Agostiniani.

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