MAZARA. «Fish War» la "guerra del pesce" , di cui la marineria di Mazara, è vittima da anni, finisce a Bruxelles. Al centro del dibattito le istanze dei pescatori, la convivenza e i rapporti fra i popoli, la sinergia, il rispetto del mare e la sostenibilità della pesca, le quote, i confini. All'incontro, promosso dal Movimento 5 stelle, dal portavoce Marco Affronte, biologo marino, componente della Commissione Pesca al Parlamento europeo, hanno partecipato rappresentanti della Tunisia e della Libia, nonché Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto produttivo della Pesca di Mazara del Vallo. I protagonisti di questo braccio di ferro permanente - la Libia, la Tunisia e la Commissione europea - forse, per la prima volta, si sono seduti attorno allo stesso tavolo, hanno dialogato e hanno deciso di convocare un tavolo tecnico per superare l'impasse: l'obiettivo è quello di decidere insieme regole comuni di pesca e far poi applicare questi criteri. Dopo anni in cui si sono registrati morti, prigionieri, sequestri e danni economici nel comparto della pesca di Mazara, c'è una concreta speranza di pace nel Mediterraneo. La mancanza di regole di navigazione nelle acque territoriali di confine e la corsa all'accaparramento delle poche risorse ittiche ha trasformato il Mediterraneo in un teatro di "guerra del pesce".