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Il Cnr: «Così la pesca può fronteggiare la crisi»

In un anno demoliti 28 pescherecci. Il ricercatore Gioacchino Bono: «In trent’anni la lavorazione a bordo non ha avuto nessun rinnovamento»

MAZARA. La crisi della pesca sembra inarrestabile. La città più colpita è sicuramente Mazara che è la prima marineria della Sicilia per numero di addetti, circa 4000, e tra le maggiori in Italia, insieme a quella pugliese, per numero di pescherecci d'altura: 121 di grossa stazza con licenza di strascico (fonte: Osservatorio Pesca del Mediterraneo 2013). Ma la crisi è palpabile. In Sicilia, nel 2013 a fronte di 97 domande di demolizione, cui sono legate le licenze di pesca, solo 9 battelli sono stati ricostruiti, a Mazara ne sono stati demoliti 28 e non è costruito nessun nuovo peschereccio. Ma c'è chi guarda avanti, con l'aiuto della ricerca.

A Mazara del Vallo si trova la sede del Cnr che si occupa di qualità e di tracciabilità delle specie mediterranee, mentre un nuova unità operativa di ricerca è stata inaugurata l'inverno scorso a Capo Granitola, all'interno di una antica tonnara dismessa. Qui si sperimentano nuove tecnologie legate alla tracciabilità ed al controllo di qualità del pescato mediterraneo. Allo studio c'è anche il progetto del "peschereccio del terzo millennio", un vascello modulare di nuova concezione che unisce risparmio energetico, selettività delle modalità di pesca, valorizzazione del pescato e tecnologie Ict.

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