TRAPANI. L’obiettivo è, da un lato, dare occupazione ai lavoratori immigrati che intendono radicarsi nel territorio (immettendo, quindi, nuova imprenditoria nel mercato), e dall’altro, utilizzare le terre incolte e requisite alla mafia. Presentato, in un convegno che ha avuto luogo a Palazzo del Governo, il progetto SOFIIA3, promosso dall’Istituto nazionale «Fernando Santi» in collaborazione con l’Istituto regionale della Vite e del Vino, l’Ente sviluppo agricolo regionale, la Confcoltivatori e la Cgil. Un progetto finalizzato all’attivazione di un corso di formazione per piccoli coltivatori rivolto agli immigrati, i quali, però, potranno, mercé le intese con gli altri Enti che partecipano al progetto, costituirsi anche in cooperativa sviluppando così un'imprenditoria agricola che avrebbe possibilità immediate di collocare il proprio prodotto perché all’iniziativa guardano con grande interesse Confindustria ed in particolare alcune grosse aziende aderenti che operano nel territorio. Si attiverebbe in sostanza un percorso virtuoso che è basato sull’altra «idea forte», quella di utilizzare le terre incolte e quelle requisite alla mafia. ALTRE NOTIZIE NELL'EDIZIONE NELL'EDIZIONE DI TRAPANI DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA