RAGUSA. Con 353 ettari destinati alla coltivazione, la Sicilia è la quarta regione a livello nazionale nella produzione delle fragole, uno dei prodotti più apprezzati dai consumatori che più di ogni altro ingolosisce solo a guardarlo. In Sicilia il periodo di raccolta è compreso tra dicembre e giugno. Attualmente la varietà più coltivata è la «Fortuna» (il 70% del totale) la quale è precocissima, caratteristica molto apprezzata dai produttori perché permette di arrivare per primi sui mercati.
L'isola del resto vanta proprio questa potenzialità cioè rifornire i mercati italiani e anche esteri per un lungo periodo, specie nei mesi invernali in cui la concorrenza di altre aree è del tutto marginale. Oltre la metà della superficie fragolicola siciliana ricade nella zona di Marsala, con 160 ettari a disposizione, seguita da Siracusa, Maletto, Nebrodi e Sciacca. La produzione delle fragole quest'anno è stata anticipata di circa 10 giorni rispetto alla norma, la produzione nel comprensorio di Marsala è iniziata già nel mese di novembre. «Le alte temperature registrate in autunno e poi di nuovo nell'ultimo mese - come spiega Maria Luisa Palermo, Dirigente della Soat di Mazara del Vallo - stanno creando diversi problemi alle fragole di questa zona. In genere i limiti di «Fortuna» (scarsa resistenza e limitata resistenza ai trasporti) si evidenziano soprattutto in aprile-maggio con l'innalzamento delle temperature ma quest'anno si sono verificati prima».
Ottima resta sempre la qualità di quella raccolta e posta nel mercato che però sembra non ricambiare economicamente come dovrebbe i produttori. Se i prezzi sono stati buoni a dicembre e a gennaio, lo scorso mese sono stati insoddisfacenti specie per la varietà Fortuna. «Il prodotto di qualità, con sapore e buona tenuta in post raccolta (varietà Candonga, Sabrina, ecc.) - spiega Filippo Licari, amministratore de I Frutti del Sole - spunta prezzi all'ingrosso che sono circa 3 euro al chilo, che è un buon prezzo, mentre le varietà precoci come ad esempio Fortuna, che ha caratteristiche inferiori per sapore e consistenza, spunta prezzi più bassi. Il prodotto commercializzato in Sicilia è però quasi totalmente di varietà Fortuna, con prezzi che si aggirano su circa sui 1,5 euro al chilo».
Se si considerano i costi di produzione, confezionamento, imballaggio e trasporto, al produttore restano pochi euro. Ciò che si spera ora è un riscontro almeno nel periodo pasquale. «In Italia le quantità consumate dipendono molto dalla stagionalità - precisa Licari - il periodo in cui si consumano le maggiori quantità è quello primaverile, con dei picchi di richiesta a Pasqua». «I costi di produzione e di trasporto sono per noi elevati - aggiunge Tommaso Pantaleo, produttore - e poi c'è da dire che anche se la qualità è il nostro punto di forza, abbiamo varietà poco resistenti ai trasporti». Ma a migliorare la situazione ci sta pensando la ricerca. «L'innovazione varietale e la ricerca si stanno orientando - ricorda la dottoressa Palermo - verso varietà che oltre ad essere precoci e produttive come Fortuna, abbiano caratteristiche superiori relativamente a colore, consistenza, sapore, shelf life, per permettere la possibilità di commercializzare nei mercati esteri o del Nord Italia». Se su questo si sta lavorando, molto resta da fare per la creazione di associazioni di produttori al fine di concentrare l'offerta ed essere più competitivi. Per Nino Bongiorno, Direttore commerciale della Coop. Bufalata, «il problema principale è rappresentato dalla polverizzazione delle aziende: moltissime piccole aziende si improvvisano a vendere direttamente nei mercati, creando concorrenza». Troppo alta inoltre resta la quota di prodotto in forma anonima che arriva sui mercati anche se, come precisa Bongiorno, «le aziende specializzate sanno far riconoscere il proprio prodotto, quelli che hanno qualcosa da nascondere non si fanno riconoscere».