La rassegna «’a Scurata d’Inverno» prende il via con uno spettacolo che ha già al suo attivo successi in tutta Italia: «Taddrarite» di e con Luana Rondinelli, con Donatella Finocchiaro e Giovanna Mangiù. Giovedì 25 gennaio alle 21 e ancora venerdì 26 gennaio alla stessa ora sul palco del Sollima prenderà vita la piéce che vede in scena tre donne e una bara. Sono tre sorelle e vegliano, come nelle vecchie tradizioni siciliane, il marito morto della minore. «Il velo del silenzio – spiega l’autrice e regista Luana Rondinelli – viene squarciato da un vortice di confessioni e dall’esplosione di emozioni, in un chiacchiericcio di musicalità e pungente ironia. Con coraggio e sarcasmo affrontano le violenze che non avevano mai osato confessare. Passata la notte, l’anima del defunto, secondo tradizione, ha finalmente lasciato la casa. Il nuovo silenzio che avvolge le tre sorelle è ora intessuto di voglia di reagire».
Un avvio nel segno della rinascita e contro ogni violenza sulle donne per una rassegna all’insegna dell’ironia che si carica di valori, ideali e propositi di rivalsa culturale e sociale, come nella ormai consolidata tradizione del Mac.
«Abbiamo sentito l’esigenza di creare una rassegna invernale – spiega il direttore artistico Gregorio Caimi – dopo il grandissimo successo della rassegna estiva. Mentre siamo già a lavoro per la settima edizione del cartellone estivo, abbiamo realizzato una prima edizione invernale. Da mesi riceviamo mail da tutta Italia da parte di artisti che si propongono per partecipare alla scurata 2024. Il lavoro svolto finora sta dando i suoi frutti nel segno dell’’identità culturale del nostro festival. Crediamo che la cultura non debba avere singole “stagioni”, ma piuttosto occasioni di intrattenimento e riflessione che si destagionalizzino nell’ottica di un continuum che punti alla crescita del territorio».
«Abbiamo bisogno di occasioni culturali – aggiunge il presidente del Mac Salvatore Sinatra – il teatro, la musica muovono e innalzano lo spirito umano. In un tempo in cui la guerra non sembra purtroppo essere più un tabù e di tragedie che sempre più spesso si consumano all’interno delle mura domestiche, crediamo che la cultura, l’arte siano un fondamentale strumento di crescita e di sviluppo etico e intellettuale. Occorre un nuovo umanesimo che si nutra di empatia e questo nostro cartellone dove si parla di emancipazione dalla intollerabile violenza domestica, di famiglia intesa come accoglienza e progettualità, di ascolto e comprensione, di lotta al bullismo e al mobbing offre spunti di riflessione e induce alla partecipazione emotiva».
Il cartellone prosegue sabato 24 febbraio alle 21 e domenica 25 febbraio alle 18 con «La Grande Famille». Spettacolo prodotto dal MAC, scritto e diretto da Giacomo Frazzitta. «“La famiglia è "la patria del cuore" – spiega l’autore e regista –. In questa piéce teatrale narriamo la storia di una casa vinicola in cui il termine casa vuol dire accoglienza, affetto, passione. Una storia, quella di Carlo Pellegrino e Josephine De Spagne, in cui il vino e le sue botti diventano metafora di vita e segno per le generazioni future, in un racconto scenico che, accompagnato dalla musica dal vivo, ci conduce nel cuore di coloro che hanno reso grandi le Cantine Pellegrino». Musiche di Francesco Rallo, Aldo Bertolino e Gianluca Pantaleo, in scena Savio Parrinello, Serena Tumbarello, Antonino Rallo, Demetrio Rizzo, Sergio Giacalone.
Sabato 9 marzo alle 21 sarà la volta de «Il Ladro», ancora una volta una produzione Mac che vedrà in scena Nino Scardino e Alessia Angileri e il Coro dell’Officina artistica Carpe Diem, con la regia di Giacomo Frazzitta. «La storia si snoda tutta in una notte, in una imprecisata città Siciliana, almeno così sembra – spiega il regista – e una giovane donna va a fare una denuncia poiché le hanno rubato i sogni e un Brigadiere, un vero compagnone, comincia a scrivere a macchina in maniera molto precisa. Accade così che la storia prende una aria assurda e surreale, perché lui va avanti a scrivere senza scomporsi, mentre lei continua a parlare d'amore e di sogni rubati. Si toccano in questo modo le tematiche attuali che vedono le donne tristemente protagoniste».
A chiudere la rassegna è «Giusto», di e con Rosario Lisma. L’appuntamento è per domenica 14 aprile alle 18. «Giusto – spiega l’autore e regista – è uno spettacolo che attraverso la comicità e la poesia racconta di un impiegato intelligente, mite e fin troppo educato in un mondo grottesco di spietato cinismo. I suoi colleghi d’ufficio, all’Inps di Milano, sono un microcosmo di ridicole creature animali, in cui lui, nato su uno scoglio in mezzo al mare, si sente straniero e solo. Abita in un appartamento in condivisione con una che non c’è mai e con Salvatore, un calabrone enorme che passa il tempo dipingendo finestre sulle pareti. Per poi provare a passarci attraverso. Giusto ha un solo grande, impossibile sogno: baciare Sofia Gigliola, detta la Balena, la figlia bella e grassa del suo potentissimo capo. Ci riuscirà? Ad accompagnarlo sul palco i personaggi che popolano il suo mondo surreale, evocati attraverso le illustrazioni suggestive di Gregorio Giannotta, artista ironico e poetico, noto per le sue creature fiabesche».
Nella foto le protagoniste di Taddrarite
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