Che fine farà il relitto della nave di epoca romana individuata nelle acque di Misiliscemi nel luglio del 2020? L’intervento di recupero, denominato «Marausa 2», è iniziato a giugno scorso ed è stato effettuato sotto la direzione degli archeologi della Soprintendenza del mare e personale subacqueo specializzato. Ora che le operazioni di recupero si sono concluse, c’è il timore che anche questo relitto come avvenne per il primo rinvenuto nel ‘90 possa finire in un luogo diverso da Marausa. Così il deputato trapanese Cristina Ciminnisi (M5S) ha presentato una interrogazione per avere indicazioni «sulla futura collocazione, tenuto conto che ci sono voluti più di venti anni per indicare nel Baglio Anselmi di Marsala il luogo di musealizzazione della nave oneraria individuata nel ‘99, mentre parte di quel carico di anfore è al Museo Pepoli di Trapani».
«La comunità di Misiliscemi – dice Ciminnisi - si chiede se sia stata presa in considerazione l’ipotesi di una collocazione museale a Marausa, favorendo così la valorizzazione storica e culturale dei luoghi dei ritrovamenti, anche in una prospettiva di sviluppo turistico». Alla richiesta del deputato si associa il sindaco di Misiliscemi, Salvatore Tallarita, eletto con una lista civica. «Il Comune di Misiliscemi nasce per appropriarsi della dinamiche di sviluppo che lo pongono al pari di altre realtà della provincia di Trapani. Per troppo tempo abbiamo assistito ad azioni che non tenevano in considerazione questa strategica porzione di territorio ad opera di ladri di storia, ma non solo. Noi pensiamo che il recupero e l’esposizione della seconda nave in una struttura individuata in zona sia un atto dovuto per l’enorme patrimonio presente sui fondali di Marausa. Chiederemo un incontro con l’assessore regionale ai Beni culturali per fargli comprendere il valore della nostra proposta. Questo farebbe parte di un progetto complesso, capace di collegare l’entroterra con il mare, divenire un centro di ricerca collegato all’università e che metterebbe in rete tutti i musei presenti in quest’area: Mozia, Baglio Anselmi, Favignana e Misiliscemi».
Non si è fatta attendere la risposta dell’assessore regionale ai Beni Culturali, Francesco Paolo Scarpinato. Dopo la fase di scavo e documentazione e le operazioni di recupero del carico, sono state già recuperate numerose anfore e materiali di grande pregio e fattura, già trasferiti presso Baglio Anselmi di Marsala per il primo trattamento conservativo, è iniziata la procedura di messa in sicurezza del relitto. Lo scafo era stato messo in sicurezza, protetto e avvolto da strutture appositamente modellate per consentire il trasporto via mare dal luogo di ritrovamento fino al porto di Marsala. E ieri ha trovato la sede provvisoria. «Dal molo di Marsala – dice l’assessore – è stato trasferito, con trasporto eccezionale via strada, al Museo Baglio Anselmi, dove verrà immerso in una piscina con acqua dolce. Qui verrà sottoposto al processo di desalinizzazione e al successivo trattamento conservativo di consolidamento e restauro nei laboratori del museo. La nave “Marausa 2” verrà successivamente musealizzata con il suo carico in una struttura museale attualmente in fase di individuazione nel territorio della provincia di Trapani». Una indicazione questa dell’assessore regionale che viene ritenuta dalla stessa Ciminnisi «davvero troppo generica, non vorremmo che questa collocazione, necessaria in questa fase, divenisse definitiva».
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