Nel polo museale di Salemi, realizzato all’interno dell’ex Collegio dei Gesuiti della cittadina trapanese, è stata inaugurata la teca che contiene i resti del Giovinetto di Mokarta, ritrovato nel corso degli scavi archeologici nel sito che rappresenta una delle più importanti testimonianze di epoca preistorica in Sicilia. Il restauro, effettuato dall’Università di Palermo, e la partnership tra Comune di Salemi, Parco archeologico di Segesta e Lions Club, con quest’ultimo che ha realizzato la teca, ha portato al risultato che è stato presentato in una delle sale del Polo museale. Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Salemi, Domenico Venuti, e Rossella Giglio, archeologa che si è occupata a lungo di Mokarta e già direttrice del Parco archeologico di Segesta che ha la responsabilità del sito di Mokarta. «Un risultato importantissimo per Salemi - dice Venuti -. Da oggi un’altra testimonianza unica dell’epoca preistorica ha sede nel nostro museo, che diventa così sempre più punto di riferimento per turisti e studiosi della materia. Come Amministrazione abbiamo voluto fortemente la sinergia con il parco di Segesta e il Lions Club, due realtà che in questi anni sono sempre state vicine alla nostra città e che ringrazio. Si conclude al meglio, quindi, il percorso di valorizzazione di una scoperta archeologica importantissima - conclude Venuti - e aggiungiamo un altro pezzo unico al già considerevole patrimonio del nostro museo». Le analisi con il metodo del Radiocarbonio condotte sui resti del Giovinetto di Mokarta hanno consentito di ricondurre il reperto all’età del Bronzo Finale, attorno al 1.250 avanti Cristo. Il corpo venne trovato sotto al crollo di un muro di una capanna incendiata. Gli studi condotti sullo scheletro hanno evidenziato dei caratteri maschili e un’età di circa dieci anni. Tutte le informazioni sul reperto sono riportate su un pannello informativo, realizzato in lingua italiana e inglese, che accompagna la teca all’interno del museo.