Nuovo prezioso ritrovamento a Segesta: seppellito per secoli da pochi centimetri di terra e dalla vegetazione, nell’area dell’acropoli Sud è tornato alla luce un altare presumibilmente di epoca ellenistica, composto da due raffinati elementi lapidei scolpiti.
«Questo eccezionale reperto rinvenuto conferma l’inestimabile valore storico e artistico che i siti archeologici rappresentano per il nostro territorio - dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - testimonianza di un passato glorioso, ancora da scoprire e interpretare. Migliorare la fruizione di questi luoghi significa permettere a turisti e visitatori di vivere esperienze culturali immersive e di godere di un patrimonio unico».
«Il Parco archeologico di Segesta non finisce mai di stupirci - afferma l’assessore regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - Gli scavi continuano a riportare alla luce resti sempre diversi, che aggiungono nuove prospettive e chiavi di lettura a un sito dove sono stratificate molteplici civiltà. È la conferma di un impegno profuso per restituire valore aggiunto a un luogo affascinante, attrazione per i turisti di ogni provenienza geografica». La scoperta è avvenuta nei pressi dell’edificio denominato Casa del Navarca, in una zona finora poco esplorata, nell’ambito del progetto di manutenzione e fruizione dei fronti di scavo, proprio mentre alcuni operai ripulivano il terreno da sterpaglie e vegetazione spontanea. Entrambi i reperti sono a forma di tronco piramidale, in perfetto stato di conservazione, e dovrebbero costituire un altare per il culto familiare e un supporto per una scultura o un elemento di finitura.
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