Dopo tre mesi di permanenza a Marsala, con la proficua collaborazione del Parco archeologico di Lilibeo e la Fondazione Orestiade di Gibellina, sabato scorso la scultura in acciaio Elissa-Yammuna, omaggio a Didone, regina di Tyro e fondatrice di Cartagine (dalla quale è nata Lilibeo), lascia il museo Lilibeo del Baglio Anselmi per la sua definitiva collocazione in nord Africa. La statua, pregevole opera dell'architetto, Mimmo Palmizi, sarà allocata nel Campus Universitario «La Manouba» di Tunisi.
Ad accoglierla, oltre al professor Alfonso Campisi, ci sarà il noto critico d'arte Bady Ben Naceur che ha sempre creduto in quel progetto di «Ponte simbolico» avente come scopo principale quello di collegare e ravvicinare sempre più le due rive del Mediterraneo e ci saranno i giovani studenti tunisini che potranno recepire quotidianamente il messaggio di pace e di speranza insito nell'opera di Palmizi in quella che fu la terra promessa di Elissa-Didone, regina di Cartagine.
Il commiato con la manifestazione «Yammuna - Elissa nel presente», promossa dall'Associazione «Amici del Parco Archeologico di Lilibeo» e il Museo Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina. Inoltre la lettura di alcuni brani, intitolati «Didoneide», tratti dal romanzo di Beatrice Monroy e dal testo di Mariangela Galatea Vaglio «Didone per esempio», letti da Luana Rondinelli e Ambra Rinaldo, con la partecipazione straordinaria della Monroy. Significativo anche l'intervento del direttore del museo archeologico di Lilibeo, architetto Enrico Caruso, che è stato l'artefice della permanenza della scultura a Marsala, per tre mesi, prima della sua definitiva destinazione a Tunisi.
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