Anche Erice ha il suo qanat. Come quelli di Palermo, Catania, Messina e Paternò. I cunicoli sotterranei di matrice araba utilizzati per trasportare l'acqua sono stati al centro di un'iniziativa organizzata dal gruppo archeologico Erykinon in occasione delle giornate nazionali di «Archeologia Ritrovata».
La galleria, profonda circa venti metri ed alta un metro e settanta, si trova in contrada Cappuccini, nei pressi del cimitero, proprio sotto il Castello di Venere. Il qanat fu scoperto per caso dopo l'incendio che nel 2015 arrivò fin sotto i giardini del balio di Erice.
Il rogo bruciò i rovi e le sterpaglie che nascondevano l'ingresso, che un volta liberato dalla vegetazione fu notato da Nicola Savalli. Dopo avere segnalato il tutto al Comune, che a sua volta fece la segnalazione alla Soprintendenza ai Beni culturali, Savalli invitò ad Erice il professore Antonino Filippi, attuale consigliere nazionale dei gruppi Archeologici d'Italia.
L'articolo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia
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