Parte la prima campagna di «prospezione archeologica» nel comprensorio di «Aquae Segestanae», in territorio di Castellammare del Golfo, importante stazione di sosta lungo la via romana che univa Messina a Lilibeo oggi Marsala. Ad effettuare questi interventi, che consistono nella localizzazione di formazioni sepolte con particolari apparecchiature senza la necessità di effettuare scavi, il dipartimento Culture e Società dell'Università di Palermo. La campagna archeologica è possibile dopo la convenzione stipulata dal Comune di Castellammare del Golfo con l'ateneo: docenti ed allievi effettuano scavi e ricerche mentre l'ente locale mette a disposizione un bene confiscato alla mafia. Secondo gli esperti, i primi risultati della campagna appaiono interessanti in vista di altre ricerche poiché nel periodo estivo, con la direzione del professor Aurelio Burgio, si è svolta una prima fase dell'iniziativa alla quale hanno partecipato studenti e dottorandi dell'Università di Palermo e di Algeri. L'articolo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia