Sono state ritrovate due nuove installazioni cultuali con materiale votivo in prossimità del Tempio R nel parco archeologico di Selinunte, in provincia di Trapani. A rivelarlo Clemente Marconi della New York University e dell’Università Statale di Milano che sta guidando la campagna di scavi.
“Si tratta di una struttura rettangolare e una circolare subito davanti alla fronte del Tempio R, con associata abbondante ceramica locale e d’importazione risalente alla prima generazione di vita della colonia greca, oggetti di ornamento personale in bronzo, e un frammento di un idioletto femminile in terracotta - spiega Marconi -. La fase insediativa greca di prima generazione è ancora tutta conservata nell’area attorno al Tempio R. Ma gli scavi hanno prodotto anche altri risultati importanti. Ad esempio si può dire con certezza che a Ovest del Tempio R i livelli antichi sono intatti, con varie opere connesse alla costruzione del Tempio C”.
Altrattanto importanti le scoperte fatte durante la seconda parte della campagna di scavo: "Si può dire con certezza che a ovest del Tempio R i livelli antichi sono intatti – ha continuato Marconi - con varie opere connesse alla costruzione del Tempio C ancora ben conservate. Le ricerche in quest’area hanno già fornito e continueranno a fornire informazioni preziose per la nostra comprensione della progettazione e realizzazione del più importante tempio di età arcaica a Selinunte”.
Una delle novità del parco archeologico è la produzione di cous cous e pasta, grazie all'utilizzo del Monococco, il grano ritrovato all'interno della Grotta dell'Uzzo, uno dei più importanti siti prestorici della Sicila.
“Ben 10 ettari del Parco Archeologico saranno destinati a rinvigorire una tradizione sopita da oltre 20 anni: l’agricoltura - ha detto Enrico Caruso, Direttore del Parco Archeologico di Selinunte - Quest’anno il ricco raccolto di 10 ettari di coltivazione darà una produzione di rilievo sia ai legumi, ceci, varietà Sultano e Pascià, lenticchie, seminate per oltre un ettaro di terra, riservando invece oltre 9 ettari al grano duro di origine siciliana, quali Russello, Tumminia e Perciasacchi. Infine il grano Monococco. Tale raccolto fa ben sperare per il futuro del Parco Archeologico di Selinunte che intende riservare un ruolo di primo piano all’agricoltura, ridando al paesaggio storico il ruolo di cornice, di primo piano all’archeologia di Selinunte che non teme rivali nel Mediterraneo”.
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