Un’indagine radiografica con l’impiego di nanotecnologie svelerà la storia della nave romana del III secolo dopo Cristo recuperata nei fondali di Marausa, a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Marsala.
La ricognizione è promossa dal gruppo Arte 16 e, per la prima volta in Italia, si avvarrà dell’apporto del dipartimento delle scienze radiologiche dell’Università di Palermo, diretto da Massimo Midiri.
Un’equipe di specialisti in scienze della diagnostica di imaging ad alta specializzazione farà un’indagine analitica strumentale e non invasiva su alcuni elementi del fasciame della nave romana.
Primo obiettivo della ricognizione è quello di individuare eventuali cunicoli larvali o di possibili cellule dormienti di parassiti o spore che potrebbero riattivarsi compromettendo la stabilizzazione dello scafo. L’indagine scientifica fornirà anche un supporto agli interventi di restauro e alle applicazioni delle nanotecnologie.
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