CALATAFIMI SEGESTA. In prima nazionale domani alle 19.15, al Teatro Antico di Segesta va in scena “Le Supplici ovvero figlie d'Egitto”. Lo spettacolo, tratto dalla tragedia di Eschilo e diretto da Sofia Bolognini, è stato vincitore del premio Cendic Segesta 2016 e sarà protagonista sul palcoscenico del Calatafimi Segesta Festival – Dionisiache 2017, la manifestazione organizzata dal Comune di Calatafimi Segesta in sinergia con il Parco Archeologico di Segesta e la direzione artistica di Nicasio Anzelmo. Focus del lavoro è la contaminazione tra classico e contemporaneo, nell'ottica di un reciproco potenziamento. Dopo anni di studio approfondito sulla tragedia antica, alcuni elementi chiave sono stati individuati come detonatori di un possibile innesto moderno, senza offuscare la potenza originaria del simbolo archetipico, ma ampliandone lo spettro. Passato e presente dialogano in un equilibrio dinamico perfettamente calibrato e mai superficiale. L'intensa religiosità di Eschilo viene assunta in toto in quello che è uno spettacolo dal sapore rituale, dalle immagini estremamente vivide che creano un ambiente sospeso, un'attesa sacrale. Le Supplici di Eschilo facevano parte di una trilogia composta da Supplici, Figli di Egitto e Danaidi, seguita da un dramma satiresco Amirnone. Fu rappresentata per la prima volta al teatro di Dioniso ad Atene, probabilmente nel 463 a.C. Danao ed Egitto, figli di Belo, re d’Egitto, entrano in conflitto. Il primo è padre di cinquanta figlie e il secondo di cinquanta maschi che vogliono prendere per spose le figlie di Danao. Sia Danao che le figlie rifiutano il matrimonio e fuggono su una nave che li porta ad Argo, patria della loro progenitrice Io. I Pelasgi che occupano l’Argolide accettano di dare asilo ai fuggitivi e respingono un tentativo degli Egizi, sopraggiunti a loro volta, di impadronirsi delle cugine. Nelle tragedie successive che completavano la trilogia, e di cui sono arrivati pochissimi frammenti, Danao era costretto a cedere e le nozze si celebravano; ma la stessa notte ognuna delle figlie di Danao, su ordine del padre, sgozza il proprio marito. Una sola delle Danaidi, Ipermestra, risparmia il suo sposo, Linceo. Dall’unione tra Ipermestra e Linceo discende la dinastia dei re di Argo e da quel giorno i Pelasgi diventano i Danai.