MARSALA. Mozia è stata l’«America» dei Fenici: il «Nuovo Mondo» dove crearono una civiltà all’insegna dell’inclusione e della contaminazione con i popoli indigeni che già da sei secoli abitavano nell’isola. È emerso dall’ultima campagna di scavi effettuata dagli studenti dell’Università «La Sapienza» di Roma diretti dal professor Lorenzo Nigro in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani, e in particolare con la dirigente Rossella Giglio. Studi riportati in una pubblicazione dal titolo «Landing on Motya», uno dei «quaderni di archeologia fenicio-punica» che in poco più di 120 pagine svela novità emerse in 16 anni di ricerche. La prima notizia «eclatante» è che Mozia non è stata affatto «fondata» dai Fenici, nel senso che quando questo affascinante popolo vi giunse, l’isoletta che si trova nel cuore dello Stagnone, certamente non era disabitata. Sono infatti stati rinvenuti segni evidenti della presenza di insediamenti preistorici datati dal 1.650 al 900 a.C. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE CARTACEA DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE