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Platimiro Fiorenza e la sua arte: la storia di un grande corallaro

Platimiro Fiorenza

TRAPANI. «Una vita per il corallo, Platimiro Fiorenza l’ultimu mastru curaddaru». Non c’è definizione migliore di quella del titolo della tesi con cui sua figlia Rosadea si è laureata all’Accademia di belle arti di Palermo per indicare l’orafo Platimiro Fiorenza, maestro dell’arte della lavorazione del corallo riconosciuto dall’Unesco fin dal 2013 “Eredità immateriale della Sicilia” ed inserito tra i “Tesori Umani Viventi” nel libro dei Saperi del Registro delle Eredità Immateriali.

“L’uomo dei coralli”, oggi 72enne, che ha al suo attivo opere che si trovano anche nei Musei vaticani è stato il protagonista di un convegno che si è tenuto, per iniziativa del Club Unesco di Trapani presieduto da Vito Garitta, nei locali della Biblioteca Comunale di Paceco.

La relazione centrale è stata svolta dalla giornalista Maria Emanuela Ingoglia che ne ha ricordato la «storia affascinante, vissuta sin da piccolissimo all’interno delle botteghe dell’arte. Perché Platimiro Fiorenza è corallaio dall’età di cinque anni». Fin da bambino trascorreva, infatti, le sue giornate nella bottega di coralli, ori ed argenti del padre, Pasquale, “respirando aria di arte”.

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