ALCAMO. Ha dipinto ritratti in cui traspare il suo amore per il mondo e che rappresentano le sofferenze umane in tutte le stagioni della vita. Paesaggi, orizzonti marini, notturni, chiari di luna, nudi femminili in tutta la loro sensualità.
Anche quadri che ritraggono scene di momenti vissuti durante il terremoto del Belice: è del 1970 la “Notte di Gibellina”, dipinta rispondendo all’appello per sostenere le popolazioni terremotate. Quella di Pietro Spica, artista alcamese, è una pittura che racconta la vita. Venticinque anni dopo la sua morte, Spica è stato ricordato con una mostra antologica a lui dedicata, al Centro congressi Marconi di Alcamo.
L’esposizione si è tenuta nella sala Rubino del Marconi fino a ieri. Si tratta di opere facenti parte di collezioni private e quattro del Comune. Costantemente presenti in sala la moglie novantenne Francesca, i figli Flavia e Vincenzo.
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