MAZARA DEL VALLO. Risale alla metà del 1700, è stato pescato nel 2009 a circa 60 miglia da Pantelleria, in un fondale profondo 450 metri, dall'equipaggio del peschereccio mazarese «Capitan Ciccio», lo stesso che recuperò il Satiro danzante. Per la prima volta, oggi, dopo il restauro, un «codice» realizzato con pelle di animale marino, è stato esposto a Mazara del Vallo, nella sede della Capitaneria di porto, in occasione della cerimonia del 40mo anniversario della presenza, in città, dell'autorità marittima.
Ignazio Lodato, del laboratorio di restauro dei beni librari della biblioteca centrale della Regione, che ne ha curato il restauro, alla presenza di funzionari della Soprintendenza del Mare, ha spiegato che: «l'eccezionalità di questo codice, così detto perchè sembra un libro, composto da 40 fogli di formato oblungo dei quali alcuni uniti in bifogli, altri assemblati in unico blocco piegato a soffietto e senza alcuna traccia di scrittura sui fogli, risiede nel fatto che è composto da un materiale organico, nella fattispecie da pelle di razza, pesce presente nei mari del sud America.
Questo materiale per secoli si è ben conservato in fondo al mare. Si tratta di pelle grezza pronta per essere lavorata e forse così assemblata per un migliore stoccaggio nel trasporto. In Francia, nella metà del 1700, era utilizzata per il rivestimento di oggetti come astucci di orologi o trousse da viaggio».
Oggi stesso il «codice» sarà trasferito al museo diocesano mazarese dove rimarrà sino al 30 ottobre, poi sarà esposto all'aeroporto di Palermo. Un altro «codice», ma in pelle di capra, anch'esso senza segni grafici, era stato recuperato nel 2008 sempre dal «Capitan Ciccio». Nel corso della cerimonia in Capitaneria, con padrone di casa il capitano di fregata Giuseppe Giovetti e alla quale hanno preso
parte autorità civili, militari e religiose, su delibera dell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Nicola Cristaldi, una strada è stata intitolata alla Guardia Costiera.
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