MAZARA. Gli ebrei di Mazara hanno fatto storia ed ancora oggi visitatori e turisti si inoltrano nei percorsi ebraici della città, alcuni tutti da scoprire. Nelle guide ai monumenti della città si indicano chiese e strade ma sfugge un elemento: il tracciato ebraico che coinvolge una parte del centro storico. Eppure, tra le 57 comunità - o Giudecche - di Sicilia nel Medioevo una delle più significative è quella di Mazara.
Secondo la storiografia tradizionale, la prima attestazione letteraria di Mazara è quella di Beniamino da Tudela, mercante ebreo di Spagna, che scrive un diario di viaggio nel sec. XII in cui cita la città, non soffermandosi però sulle caratteristiche di questa comunità. Ma, ben prima di Beniamino da Tudela, vi sono testimonianze tratte dalla Geniza del Cairo (scoperta nell'800): si tratta di un archivio-magazzino della sinagoga di Ben Azra, una volta zona di ricchi commerci e luogo di residenza di molti ebrei e mercanti.
Da qui viene una lettera del 1056 che dà notizia di navi partite da Mazara alla volta di Messina, cariche di mercanzie dirette in Egitto. La professoressa Francesca Paola Massara, attuale responsabile del locale museo diocesano e studiosa del fenomeno, afferma che "un altro documento storico sugli Ebrei di Mazara è una lettera del giovane Perachja, nato a Mazara e diretto in Egitto, che scrive al padre durante il suo soggiorno a Messina nel 1154".
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