TRAPANI. Memoria e contemporaneo, ricordi di un'epoca storica, quella del ’68, che impatta nel moderno di un'opera che squarcia di bianco le colline verdi intorno a Gibellina vecchia. Tutto si miscela sino a diventare fluido nel buio di questa sera (dalle ore 20) al Cretto di Burri, sulle rovine della vecchia Gibellina, dove Giancarlo Neri e il musicista anglo-americano Robert Del Naja firmano Audioghost 68, uno spettacolo, metà installazione e metà creazione musicale, che vuole essere un omaggio a Ludovico Corrao ma anche al grande maestro Alberto Burri che firmò il Cretto.
Il contesto sarà quello del «Cretto Earth Fest», prima edizione di una festa per il completamento dell'opera di land-art più grande d'Europa pensata proprio da Burri in quel luogo di distruzione e memoria. Audioghost 68 inizia da qui. Si muove dal 1968, anno della contestazione sociale in Italia ma a Gibellina tragicamente segnato dal dolore e dalla morte per il terremoto nella Valle del Belice.
Giancarlo Neri - che torna a Gibellina dopo cinque anni dall'installazione Vincere si deve la sorte del 2010 - sceglie anche qui la luce, «quella che consente di avere il controllo su cosa rendere vivo», spiega. Mille torce a led, dunque, che il pubblico indosserà sulla fronte per poi camminare nelle «vene» del Cretto.
Le strade della vecchia Gibellina che si intrecciano e che tornano a essere percorse come prima del terremoto.
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