MARSALA. Si inaugura il 1 agosto 2015, presso il complesso monumentale della Chiesa San Pietro di Marsala, la mostra collettiva di pittura “L’essenza del tempo. Tra arte e sacro””, un percorso dedicato al viaggio poetico-stilistico di quattro pittori: Luca Crivello, Loredana Meo, Maria Cirobisi, Domenica Pipitone. Nella mostra “L’essenza del tempo. Tra arte e sacro” viene messo in risalto l’aspetto intimista del singolo artista, il quale sceglie il proprio modo di “vivere” secondo la sua sensibilità personale. Il processo pittorico di ricerca dell’essere viene anteposto all’opera stessa. Tale processo possiede un valore sacrale, quindi l’indagine, come suggerisce il sottotitolo, non ha esclusivamente uno stampo fideistico ma si tratta di una sacralità che viene espressa quindi in maniera plurivoca sia nelle tematiche sviluppate dagli artisti, sia nel procedimento quasi “purista” e ortodosso della pittura volto, nel metodo, alla tradizione e che in esso combina le categorie classiche del mòvere (emozione), del docere (insegnare), e del delectare (allettare) in una combinazione più o meno equilibrata per un fine armonioso. La ricerca pittorica di Luca Crivello si pone come obiettivo principale il recupero della tradizione figurativa di grandi pittori del passato come Velazquez, Tiziano, Rembrandt, Goya, Delacroix e altri, nel tentativo di elaborare nuovi linguaggi che pongano come punto focale della comunicazione la materia pittorica, una certa professionalità pratica del mestiere, la lirica dell’immagine, il sentimento intrinseco nel gesto pittorico al servizio della figurazione. Pone al centro di questa ricerca l’uomo indagandone ogni aspetto sentimentale ed introspettivo, questa caratteristica si può riscontrare sia nei dipinti sacri che nel resto della sua produzione pittorica. L’arte di Loredana Meo rappresenta la gioia di vivere, i suoi dipinti sono colorati con l’anima più che col pennello. La profondità presente in essi non è di spazio ma di tempo, un tempo intimo sul quale l’anima forma l’idea e la trasferisce sulla tela. Le immagine trattate sembrano spiegare processi di vita interiore, di memoria e d’immaginazione. L’artista offre attraverso le sue tele la possibilità di penetrare le verità dell’essere, riflettendo sull’esistenzialismo umano e il suo essere nel tempo, in una chiave di lettura fideistica. Nel lavoro di Maria Cirobisi, iconografa, certamente si parla oltre all’antica tecnica della tempera all’uovo e della foglia d’oro, di un rigore formale e cromatico dell’icone bizantine stile greco-cretese. L’icona è un’immagine sacra, poeticamente viene definita “Una finestra aperta sul cielo”. Gli iconografi detti “Scrittori di Dio” nell’atto stesso di creare attraverso la preghiera e il digiuno raffigurano la testimonianza del divino. Per la pittrice Domenica Pipitone, l’arte e in particolare modo la pittura dal vero è stata da sempre per lei strumento di indagine della realtà e stimolo a coglierla nell’essenza del bello, nella percezione e nei sensi, attraverso quel carattere imperativo dell’aspetto, segno dei movimenti decisivi della natura. In questo senso si può parlare di un’estetica della natura , approfondendo i rapporti tra arte e natura in metamorfosi, attraverso essa ci identifichiamo, ritroviamo il nostro essere in un viaggio introspettivo.