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Castellammare, antichi reperti emergono dal mare

Il gruppo ha anche aperto una via di accesso alla rocca denominata “Arba” dove erano stati individuati i resti di un fortilizio e di una cisterna

CASTELLAMMARE. Resti di anfore, una macina in pietra, vasellame e cocci di vario genere: è il ritrovamento di alcuni sommozzatori della sede di Castellammare dell'associazione "SiciliAntica".

Durante un'immersione ricreativa, lungo la costa di Castellammare, su un fondale di circa quindici metri, i sommozzatori hanno notato resti di anfore, cocci, vasellame e una macina in pietra, resi visibili dall'azione erosiva delle mareggiate. I sommozzatori in immersione, l'archeologa Antonella Curatolo e Lino Corso, dopo aver verificato il contesto e la vulnerabilità dei reperti così visibili, hanno comunicato il ritrovamento al presidente di SiciliAntica Ignazio Sottile. Quindi è stato informato l'ufficio locale marittimo della Guardia Costiera. "Grazie all'immediata collaborazione del Comandante Davide Tumbarello e con il prezioso ausilio della Lega Navale -spiegano i sommozzatori- i reperti sono stati recuperati".

Quindi è stata informata la soprintendenza del Mare e i reperti, in attesa di essere catalogati, sono stati presi in custodia dalla capitaneria di porto di Castellammare. La stessa associazione "SiciliAntica" lo scorso anno ha individuato e recuperato un ceppo d'ancora in piombo di epoca romana.

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