
La Cattedrale di Mazara del Vallo gremita di persone, stamattina, per il funerale di Maria Cristina Gallo, la professoressa di 56 anni che denunciò il ritardo nella consegna del suo esame istologico
avvenuto 8 mesi dopo la biopsia. Ad accogliere il feretro sono stati i ragazzi diversamente abili del laboratorio creativo Unitalsi dove, nell’ultimo anno, la docente ha svolto servizio di volontariato.
Tra le prime file il marito Giorgio Tranchida, i due figli, la mamma di Maria Cristina Gallo, Rosa Maria Mauro, il fratello Santi e la sorella Brigida. Presenti anche i sindaci di Mazara del Vallo Salvatore Quinci e quello di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione.
«Maria Cristina ha vissuto la sua vita spargendo semi, col desiderio che diventassero alberi. Ha sparso semi di speranza, di vita, di cura. E questo l’ha fatto in tutti i campi, dalla famiglia al sociale». Così il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella all’inizio delle esequie di Maria Cristina Gallo, stamattina in Cattedrale a Mazara del Vallo.
«Anche la sua denuncia non nasceva per un protagonismo, per una vendetta, ma semplicemente perché ha voluto coniugare giustizia e amore, dove l’uno non può esserci senza altro. E la denuncia ha provocato un sussulto di coscienza, ha sconfitto l'indifferenza, la cultura della rassegnazione che diventa complicità. Lei ha amato la giustizia, la verità» ha detto.
Il padre spirituale
«La malattia, che ha segnato e cambiato la sua vita, è diventata anche un simbolo di battaglia per molti. Cristina ha affrontato la sua condizione con una determinazione incredibile, ma la sua sofferenza è diventata anche una causa più grande. La sua lotta si è fatta battaglia civile, una lotta per un sistema sanitario che non sempre è in grado di rispondere alle vere necessità delle persone». È questo uno dei passaggi dell’omelia di don Giacinto Leone per il funerale di Maria Cristina Gallo, celebrato stamattina in Cattedrale a Mazara del Vallo (Trapani), presieduto dal Vescovo monsignor Angelo Giurdanella.
Don Giacinto è stato il padre spirituale della professoressa negli ultimi anni. «Cristina non si è mai limitata a soffrire in silenzio, ma ha alzato la voce contro le difficoltà che molti come lei incontrano, cercando giustizia per tutti quelli che soffrono. La sua battaglia è stata una testimonianza di amore per l’altro, di attenzione verso il prossimo, ma anche di una profonda coscienza sociale» ha detto il sacerdote.
«La malattia non è stata per lei un tempo di fuga, ma un pellegrinaggio, ha continuato a camminare, a interrogarsi», ha detto don Leone.
«Per lei, l’aula della scuola dove insegnava non era un luogo dove istruire, ma uno spazio per educare alla libertà, alla bellezza, al bene. Aveva una pedagogia del cuore, ma anche dell’intelligenza, della responsabilità. Con i suoi studenti, era ferma e affettuosa, rigorosa e sorridente. Li voleva svegli, li spingeva a pensare, a domandare, ad aprirsi alla profondità della vita», ha aggiunto.
Il figlio Vincenzo: spero che la tua denuncia sia una svolta per la Sicilia
«Mamma, spero che quello che hai denunciato sia segno di una svolta in Sicilia, la tua battaglia servirà per tanti altri che hanno vissuto e vivono la tua stessa condizione». Lo ha detto Vincenzo Tranchida, il figlio 25enne di Maria Cristina Gallo, al termine del funerale celebrato nella cattedrale a Mazara del Vallo (Trapani). Con lui c'era anche il fratello 17enne.
«Mamma, tu hai scelto di infondere speranza, fede - ha aggiunto - e questo lo hai dimostrato fino alla fine. Papà Giorgio è stato il tuo sostegno, il tuo amore quotidiano. Guidavi tutti noi, ci proteggevi. Ti sei occupata sino alla fine di me e di mio fratello; hai accolto a casa la mia fidanzata Sofia come una figlia. I tuoi alunni, che oggi sono tutti qui, ti amavano profondamente e tu sapevi amare chi era in difficoltà, dare speranza a chi aveva difficoltà. Hai affrontato la malattia con una coscienza incredibile e non hai mai ceduto alla disperazione. La tua forza era contagiosa. Grazie di aver vissuto l’amore e la speranza».
In chiesa ha parlato anche la sorella della professoressa: «Mi coinvolgevi in tutti i tuoi progetti - ha ricordato Brigida Gallo - con un entusiasmo incrollabile. Per me sei stata un dono per me, una compagna di giochi, un’amica sincera, una maestra di fede».
«È stata un’animatrice culturale per questa città - ha detto la direttrice del museo diocesano Francesca Massara - non deve essere dimenticata la sua testimonianza per la cultura cristiana di Mazara del Vallo. In uno degli ultimi messaggi che ci siamo scambiati lei mi disse: io sono pronta, essendo consapevole della malattia che avanzava».
Gli ex compagni di liceo
Giuseppe Lentini è arrivato da Roma, Beppe Monterosso, invece, da Milano. In Cattedrale a Mazara del Vallo, nel Trapanese, per dare l’ultimo saluto di presenza a Maria Cristina Gallo si sono ritrovati insieme gli ex alunni della Terza B del liceo classico di Mazara dell’1987. La professoressa morta per un male incurabile era una di loro.
«Ci siamo sempre tenuti in contatto tramite un gruppo WhatsApp - rivela Giuseppe Lentini - ritrovandoci, quando potevamo essendo alcuni lontani dalla Sicilia, nei momenti belli ma anche in quelli critici. Oggi non potevano non essere qui, a salutare per l’ultima volta la nostra compagna Maria Cristina».
«Sono tanti i ricordi che mi vengono in mente - racconta Piera Mannino - Maria Cristina riusciva a tenere tutti insieme, anche in momenti difficili, come quando 10 anni fa morì una nostra compagna e lei, col sorriso, è riuscito a lenire il nostro dolore».
Vita Siragusa è stata compagna ma, soprattutto, amica da 50 anni di Maria Cristina Gallo: «Abbiamo iniziato il nostro percorso alle scuole elementari - racconta - eravamo bambine e insieme allo studio abbiamo condiviso anche il gioco». «L'ultimo messaggio che ci siamo scambiati su WhatsApp - ricorda - è stato il 20 settembre, lei che stava male chiedeva a me del mio stato di salute. Pur nella sofferenza era sempre vigile, attenta e dispensatrice di affetto e amore».
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