Trapani

Martedì 23 Settembre 2025

Marsala, petizione per l’apertura della Platea Aelia nel parco archeologico

“Da frequentatrice poco assidua dei social, ho appreso con un certo ritardo – chiedo venia per questo – di un dibattito che, con toni piuttosto accesi e probabilmente poco consoni al tema in oggetto, si è sviluppato a Marsala, coinvolgendo alcuni Esponenti politici locali, il Sindaco e la Direzione del Parco di Lilibeo-Marsala, riguardo all’opportunità di aprire al pubblico senza alcuna restrizione e in forma gratuita la passeggiata lungo l’arteria stradale lastricata di età romana, nota in antico come plateia Aelia, al centro dell’area del Capo Boeo che costituisce il nucleo principale del Parco.

In particolare, solo in questi giorni sono venuta a conoscenza di una petizione popolare, ormai prossima al raggiungimento delle 1000 firme previste, che è stata lanciata in proposito sul sito “Change org” dal Sig. Antonino Aiuto, e che è stata sottoposta alle SSLL accompagnata da una lettera parimenti divulgata sul web (https://www.change.org/p/restituire-il-libero-attraversamento-de-l-antico-viale-ai-cittadini-di-marsala). Da membro del Comitato Tecnico Scientifico del Parco e da professore universitario di Archeologia impegnato sul territorio, non posso non esprimere il mio sconcerto di fronte all’istanza in oggetto, a partire dal titolo che la presenta nei termini di una restituzione alla cittadinanza del “libero attraversamento de ‘l’antico viale’” (sembrerebbe, più che altro, al fine di raggiungere più speditamente il lungomare), alla lettera che la perora e agli “aggiornamenti” della petizione.

Premetto che condivido e professo l’obiettivo di una fruizione quanto più ampia e partecipata del patrimonio archeologico, specie se – come nel caso marsalese – così strettamente intrecciato al tessuto della città moderna. Questo, però, non deve dar adito a equivoci sulla priorità, comunque, imprescindibile della preservazione dell’integrità e del decoro dei manufatti antichi e delle aree archeologiche e sul primario valore storico-culturale che presiede alla loro natura di bene pubblico e tutelato da una consolidata normativa che pone il nostro Paese all’avanguardia, per evidenti ragioni storico-culturali, nel campo della protezione, tutela e conservazione del patrimonio. Su questi presupposti è nato, come esito di una pluridecennale storia di ricerca e salvaguardia, il Parco Archeologico che comprende come suo nucleo centrale e fondativo l’area del Capo Boeo, giuntaci in stato di integrità dei suoi peculiari valori paesaggistico-ambientali e storico-archeologici solo grazie alla determinazione di funzionari, amministratori e studiosi che, andando non di rado controcorrente, l’hanno sottratta in passato a prevedibili smembramenti, distruzioni o obliterazioni dei resti antichi e ad altrettanto prevedibili scempi ambientali, esercitando una rigorosa azione di tutela.

Se dello stato di decoro delle aree ci si può lamentare per richiedere più costanti operazioni di pulizia, recinzioni ben tenute, percorsi illustrati, illuminazione – e in tal senso abbiamo visto, con il Vostro impegno, l’importante intervento recente di illuminazione proprio della plateia Aelia, finalizzato alla valorizzazione dell’area, anche per visite serali –, al contempo bisogna assumersi la responsabilità di curare che decoro, pulizia, recinzioni, apparati rispettino standard qualitativi adeguati: ciò implica controllo, assunzione degli oneri economici, garanzia scientifica del tenore degli interventi e dell’appropriatezza degli usi dell’area.

La contribuzione economica, che si lega inevitabilmente alla fattibilità delle operazioni di manutenzione ordinaria indispensabili per pulizia e decoro, fa parte di quest’assunzione di responsabilità: chiedere il pagamento di un biglietto, peraltro di costo contenuto, non è un sopruso contro la libertà di fruizione ma è la riscossione di un doveroso contributo alla preservazione di un bene comune di cui si fruisce. Un Parco di non grande entità, come quello di Lilibeo-Marsala, tanto più abbisogna di questo contributo! Naturalmente ci sono forme di agevolazione, e mi pare che ve ne siano già in atto: dalle aperture gratuite la prima domenica del mese, meritoriamente promosse da codesto Assessorato, all’accesso gratuito per i cittadini marsalesi che facciano conoscere il sito ad esterni. Altre potranno essere studiate, come abbonamenti per singoli, per famiglie o gruppi, che negli esempi più virtuosi coniugano le esigenze di contribuzione economica e fidelizzazione del pubblico vicino. Ma chiedere la gratuità tout court per la fruizione di un sito che è il principale in capo al Parco significa non voler riconoscere il Parco come tale, ovvero un Ente gestore che ha responsabilità e carichi, per di più in regime di autonomia finanziaria.

C’è poi, ancor più grave forse, la responsabilità del controllo dell’area: ci si può lamentare dello stato non ottimale delle recinzioni, e puntare al miglioramento dello stato dei luoghi e alla promozione per cui c’è tanto da fare, ma certo la via non è quella di trasformare il Capo Boeo in un giardino pubblico senza filtri e garanzie di adeguata sorveglianza e tutela.

Soprattutto l’idea che, con il paravento della “riappropriazione pubblica”, si possa anche solo immaginare una parte nodale del Parco come una via di “attraversamento” dalla città al lungomare (per cui peraltro non mancano le alternative!) è davvero mortificante per quello che sottende in termini di scarsa sensibilità, o di superficialità, nei confronti di questo sito archeologico straordinario che, sono certa, la città di Marsala merita sia trattato con maggior amore e rispetto”.

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