Trapani

Lunedì 25 Agosto 2025

La denuncia dell'Ong: «Spari dalla Guardia libica»

Ocean Viking

«Centinaia di proiettili esplosi dalla Guardia libica in acque internazionali contro la nave Ocean Viking». A denunciare il «violento e deliberato attacco» - con tanto di foto dei bossoli e dei finestrini frantumati dai colpi - sono gli attivisti di Sos Mediterranée, che a bordo dell’imbarcazione nelle ultime ore avevano appena soccorso un gommone al largo della Libia salvando decine di persone tra cui nove minori non accompagnati. «Gli 87 sopravvissuti e l'equipaggio stanno bene. Stiamo lavorando a ricostruire gli eventi», spiegano ancora dalla nave della Ong, ora in direzione delle coste italiane, dopo che il Viminale ha indicato Marina di Carrara come porto di sbarco. Prima di annunciare l’attacco della Guardia libica, Sos Mediterranée aveva lamentato la lunga distanza della meta indicata dal ministero, che si trova a 1.300 chilometri dall’area di salvataggio: «Sono tre giorni e mezzo di navigazione che - spiegano - terranno la nostra nave lontana dal Mediterraneo». Solidarietà all’equipaggio della Ocean Viking è arrivata dall’altra ong di Sea Watch, che incalza il governo: "Cos'altro deve succedere perché l’Italia smetta di finanziare queste pericolose milizie criminali?" La giornata era stata già segnata da ulteriori polemiche dopo la questione posta dagli attivisti di Mediterranea Saving Humans, che hanno disobbedito al Viminale portando a Trapani i dieci migranti salvati in mare invece che verso la ben più lontana Genova, come era stato loro indicato. «La dignità e la vita umana - afferma oggi la presidente Laura Marmorale - vengono prima di ogni altra considerazione». Curdi iraniani e iracheni, egiziani, siriani, anche tre ragazzi appena adolescenti: solo alcune ore fa hanno toccato il suolo siciliano dopo torture, violenze e immagini di morte in Libia. «Inaccettabile» per gli attivisti sottoporre «naufraghi traumatizzati» ad altri tre giorni e mille chilometri di traversata fino alla Liguria, con onde alte tre metri. «Abbiamo detto no a questa logica disumana, abbiamo messo un freno come abbiamo potuto». A sostegno di Mediterranea si sono schierati i Radicali Italiani, pronti a mettere a disposizione i loro legali. «Un atto, quello della nave omonima, «di disobbedienza civile e insieme di piena legalità - commenta il segretario Filippo Blengino - Hanno rispettato il diritto del mare e la Costituzione, non la crudeltà burocratica del governo». Pieno appoggio dunque alle ong 'ribellì «finché il salvataggio in mare non sarà finalmente riconosciuto come un dovere e non come un reato». «Disobbedire a norme ottuse e inutilmente crudeli - taglia corto Nicola Fratoianni di Avs - è una virtù». Sempre davanti alle coste libiche ieri altri sessanta africani - nigeriani, etiopi, eritrei, malesi, ivoriani e sudanesi - tra cui una donna incinta e un minore con ustioni gravi, sono stati salvati da un’altra nave ong, la 'Nadir', che ha anche recuperato prima di fare rotta per Lampedusa i cadaveri di tre sorelle sudanesi di 17, 12 e 9 anni. «Ci chiediamo - la reazione di Save the Children - a quante morti di bambine, bambini e famiglie di migranti dovremo ancora assistere prima che si concretizzi un sistema coordinato di ricerca e soccorso in mare che eviti tragedie come queste. Un sistema che, oltre a contrastare il traffico di essere umani in mano a criminali senza scrupoli, permetta alle navi impegnate in zona Sar di continuare a salvare vite in mare».

leggi l'articolo completo