
«Anch’io sono stato aggredito da un branco di 15 persone, ho denunciato tutto ai carabinieri». A parlare è il diciottenne Karim Mansour che il 24 maggio scorso è stato pestato da una banda di ragazzi a Santa Margherita di Belice. Pugni, calci, insulti razziali. Karim ha raccontato di essere vivo per miracolo e di avere avuto un grande trauma psicologico. In quindici contro uno, un vero pestaggio in una via non molto distante dal centro storico.
«È stato un inseguimento vero e proprio e poi un pestaggio - ha detto il sindaco Gaspare Viola - e di questo fatto nessuno ne ha parlato, solo omertà». Karim ha raccontato cosa è successo. «Ho subito una frattura al setto nasale e diciassette punti di sutura in viso - ha ammesso -, trenta giorni di prognosi e contusioni varie in più parti del corpo. Erano armati di tirapugni e il primo che l’ha usato contro di me è stato uno dei ragazzi arrestati nei giorni scorsi dai carabinieri di Sciacca, accusati di aver accoltellato un mio fratello egiziano di diciannove anni. La stessa persona io, l’avevo già denunciata ai carabinieri. Gli altri del branco erano tutti di Santa Margherita di Belice e ho aiutato gli inquirenti nelle indagini. Sono sicuro che sia la stessa banda che ha aggredito e accoltellato Atef a Porto Palo di Menfi. Mi hanno chiamato sporco negro. Avevano inseguito un mio connazionale e volevano picchiarlo. Io volevo farli ragionare e mi hanno picchiato brutalmente».
È un fiume in piena Karim, che adesso si trova a Bologna dove lavora come aiuto cuoco in un ristorante. A settembre tornerà a Santa Margherita, perché studia all’istituto alberghiero di Menfi, al quarto anno. Il suo sogno è diventare chef. Karim ama Santa Margherita di Belice, dove ha vissuto per anni presso la comunità Quadrifoglio e dove ha intrapreso un percorso di integrazione che gli ha cambiato la vita. Era arrivato quattro anni fa con un barcone, oggi deve tutto all’Italia. «Ho fatto bene a denunciare - ha ammesso - e spero, però, che la mia storia venga ascoltata e che questi soggetti abbiano una pena esemplare e che vengano presi. Confido nel lavoro dei carabinieri. Appena tornerò in Sicilia, la prima cosa che farò, sarà quella di abbracciare e conoscere Atef Yasser, dargli la mia solidarietà. Noi siamo l’esempio della vera integrazione. Siamo grati all’Italia e lavoriamo onestamente».
L’amministrazione farà la sua parte. «Il Comune si costituirà parte civile - ha aggiunto il sindaco Viola - e l’ho già anticipato quando hanno aggredito Karim. Quello fu un episodio di razzismo gravissimo. Fermo restando che bisogna individuare le responsabilità e punire i colpevoli, non può passare il messaggio che a Santa Margherita di Belice si annidi un nucleo razzista, mentre altrove sia un’isola felice. Non si comprende perché sul pestaggio a Karim nessuno ne ha parlato e su Menfi, invece, ci sono stati altri meccanismi». I carabinieri stanno indagando per capire se il branco responsabile del pestaggio a Menfi, sia lo stesso che ha aggredito il giovane tunisino a Santa Margherita. Intanto, si cercano gli altri complici. La procura di Sciacca aveva già aperto un fascicolo per questa aggressione del maggio scorso.

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