Dalla riserva di Capodarso alle province di Trapani e Palermo: migliaia di ettari ridotti in cenere
Un’altra giornata di fuoco ha devastato la Sicilia trasformando interi territori in cenere e mettendo a rischio vite umane, ecosistemi e abitazioni. Le fiamme, alimentate da temperature estreme e vento di scirocco hanno colpito duramente la riserva di Capodarso, vaste aree del Palermitano e del Trapanese, fino a lambire i centri abitati come Trappeto. L’incendio divampato sopra la galleria della A19 Fortolese , territorio di Villarosa, 4 giorni fa, e che ieri aveva raggiunto Capodarso avanza sulla strada per Caltanissetta che porta allo svincolo Nisseno. Le fiamme hanno devastato chilometri di montagna ed ora si è diviso in due tronconi, quello di Capodarso e quello verso Caltanissetta. Sul posto vigili del fuoco, forestali e protezione civile di Enna con due Canadair e tre elicotteri. La notte scorsa il fronte di fuoco ha raggiunto gli 8 chilometri. Una situazione d’emergenza che riaccende il dibattito su prevenzione, responsabilità politiche e strategie di contrasto agli incendi. Da Coldiretti a sindaci e deputati regionali, c'è anche la denuncia contro l’assenza di un piano strutturato e l’incoscienza criminale di chi, ogni anno, mette a rischio l’intera Isola.
Coldiretti: più controlli
«Una vera e propria devastazione. Oltre un migliaio di ettari della riserva di Capodarso sono andati in fumo insieme alle zona limitrofe, così come nel Trapanese e nel Palermitano. Gli incendi di ieri hanno distrutto vati territori». Lo afferma con una nota Coldiretti. «Ancora una volta - denuncia Coldiretti Sicilia - i criminali approfittano dello scirocco per distruggere l'Isola perché non si spiega altrimenti del perché le stesse aree anno dopo anno vengono annientate. Bisogna incrementare i controlli con posti fissi di tutela del territorio soprattutto nelle zone sensibili».
Legambiente: brucia il patrimonio di biodiversità
«Bruciano le riserve naturali della Sughereta di Niscemi, di Capodarso, dello Zingaro, di Monte Cofano, Cava Grande del Cassibile e tante altre, brucia il nostro inestimabile patrimonio di biodiversità e la speranza per un futuro basato sulla bellezza. Ed in questo momento, in cui si avvia la conta dei danni, l’emergenza purtroppo non è ancora finita, alimentata dalle alte temperature e dall’acuirsi della crisi climatica». Lo dice Legambiente sui roghi che da giorni divampano in Sicilia. Legambiente Sicilia sottolinea «la necessità di applicare in pieno le norme esistenti e di introdurre nuovi e più radicali strumenti». «In primo luogo - spiega - vanno applicate pene severe ed esemplari nei confronti dei responsabili individuati, occorre contrastare i comportamenti che sono alla base di numerosi incendi nelle aree rurali, disincentivando ogni forma di utilizzo delle aree bruciate, e occorre anche dimostrare che gli incendi sono un danno per l’intera collettività». «Occorre potenziare - affermano gli ambientalisti - sia le azioni di presidio e controllo del territorio, anche con l’uso delle forze dell’ordine e con l’esercito in caso di allerte meteo, sia le dotazioni e il personale addetto allo spegnimento, per intervenire con maggiore tempestività». Legambiente Sicilia chiede anche «il divieto temporaneo di ogni attività di fruizione e del tempo libero nelle aree percorse dal fuoco ricadenti all’interno di parchi, riserve naturali e demani forestali, sia a fini di verifica di dissesti che per dare un segnale forte del gravissimo danno causato dagli incendi». E inoltre chiede alla Regione Siciliana di «disporre una immediata indagine ispettiva per verificare l’esistenza dei catasti comunali degli incendi aggiornati e l’illegittimo utilizzo agricolo o edilizio delle aree percorse dal fuoco in passato».
Cgil: un disastro annunciato
«Un disastro annunciato. Una storia che si ripete sistematicamente ogni anno nei nostri territori, stravolti, devastati e incendiati dagli atti criminali di uomini delinquenti e irresponsabili». Ad affermarlo sono il segretario generale della Filctem Cgil Palermo Calogero Guzzetta e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, che condannano le azioni criminali e gli incendi verificati in una vasta area del territorio di Piana degli Albanesi vicino al lago fino ad arrivare alla centrale idroelettrica di Guadalami. «Dobbiamo rilevare, altresì, nonostante i richiami, le sollecitazioni e gli incontri avuti con l’azienda Enel Green Power - proseguono Guzzerta e Ridulfo - il ritardo che ancora una volta si ripete nell’attivare azioni efficaci per prevenire tali eventi delittuosi». «Denunciamo ormai incessantemente - proseguono i segretari Filctem e Cgil - il sistema sbagliato di affidamento a ditte in appalto per la realizzazione del diserbo e le linee spartifuoco. Il ricorso ad appalti con la modalità al massimo ribasso determinano il rischio dell’aggiudicazione dei lavori a ditte non in grado di espletare il mandato in maniera efficace e professionale. Gli interventi nelle aree interessate, si sono effettuati in forte ritardo, con azioni non sempre efficaci».
Il deputato Safina: disastro ambientale
«La notte scorsa Castelluzzo, San Vito, Custonaci, Alcamo, Buseto, Calatafimi, Scopello, Monte Cofano, Inici, lo Zingaro sono stati divorate dalle fiamme. Un disastro ambientale di proporzioni drammatiche che, ancora una volta, mette in luce l’assenza totale di una strategia da parte del governo regionale in materia di prevenzione incendi». Lo afferma il deputato regionale del Partito democratico, Dario Safina. «Decine di ettari bruciati, abitazioni evacuate, fiamme che si sono propagate in tutta la provincia di Trapani e in ampie aree della Sicilia. Di fronte a tutto questo - prosegue Safina - assistiamo al silenzio assordante del presidente Schifani e del suo esecutivo. È un atteggiamento inaccettabile e vergognoso. Chiediamo da anni ormai di coinvolgere maggiormente le associazioni di Protezione civile, come accade già in Toscana, di acquistare nuovi mezzi, di potenziare gli organici delle squadre antincendio. Abbiamo suggerito l’approvazione della cosiddetta 'Legge voto', per stipulare convenzioni con l'Aeronautica militare e impiegare droni nel controllo del territorio e dunque nella prevenzione degli incendi». «Non possiamo più chiedere ai volontari, ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine di supplire all’assenza di una governance efficace. Serve un cambio di passo immediato - conclude Safina - perché non possiamo più permetterci che la Sicilia continui a bruciare nell’indifferenza di chi dovrebbe proteggerla. E questo, nonostante lo sforzo encomiabile del dipartimento di Protezione civile regionale, che tuttavia non può sopperire da solo alle mancanze della politica. Ci auguriamo che il presidente Schifani non metta in campo il solito scaricabarile verso uffici, sindaci e territori, ma si assuma finalmente la responsabilità del fallimento della sua giunta sulla prevenzione incendi».
Roghi a Trappeto
Nella giornata di caldo sahariano di ieri anche il territorio di Trappeto è stato funestato da diversi incendi che hanno distrutto tanta vegetazione e costretto alcune famiglie all’evacuazione. Lambito alcune abitazioni del centro abitato. L’intervento dei mezzi di soccorso ha evitato il peggio ma resta l’incoscienza dei proprietari di terreni incolti che diventano veri e propri pericoli per l’incolumità pubblica con le temperature roventi.