
Va ai domiciliari Emanuele Bonafede, accusato di essere assieme alla moglie Lorena Lanceri il vivandiere di Matteo Messina Denaro. La prima sezione penale della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Adriana Piras, su istanza dell’avvocato Clizia Ferro, ha sostituito la misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari per Bonafede, 52 anni, di Campobello di Mazara. L’imputato era stato arrestato nel marzo del 2023, con l’accusa di essere uno dei fiancheggiatori del boss latitante e di avergli dato ospitalità in più occasioni.
Nel gennaio del 2024 Bonafede era stato condannato, in primo grado dal gup del Tribunale di Palermo, alla pena di anni 6 e mesi 8 di reclusione con il rito abbreviato. Tale pena però, nel dicembre del 2024, era stata ridotta, su impugnazione del difensore Clizia Ferro, dalla Corte di Appello di Palermo, a 4 anni e 4 mesi di reclusione.
Le indagini investigative hanno portato a processo anche altri appartenenti al nucleo familiare di Bonafede. Infatti, Emanuele Bonafede è fratello di Andrea, che avrebbe fatto da intermediario per ottenere le ricette dal medico Alfonso Tumbarello (pure sottoposto a processo in corso) nella gestione delle cure di Matteo Messina Denaro, che era affetto da tumore al colon. Ed è cugino dell’altro Andrea Bonafede, che avrebbe prestato la propria identità al padrino. Oggi la Corte di Appello ritiene attenuate le esigenze cautelari, e sconterà la pena ai domiciliari con il braccialetto elettronico.

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