
L’ex vescovo di Trapani Francesco Miccichè e la diocesi di Trapani sono stati citati a giudizio per un presunto danno erariale di 403 mila euro ai danni del ministero dell’Economia e finanze. La presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Regione Siciliana Anna Luisa Carra ha fissato al prossimo 17 dicembre la data dell’udienza.
La vicenda ruota attorno al processo penale in cui l’ex prelato era stato accusato di peculato per aver distratto fondi provenienti dall’8 per mille, destinati alle attività della Diocesi di Trapani. Secondo la Procura, Miccichè avrebbe dirottato oltre 400.000 euro su un conto corrente della diocesi che gestiva discrezionalmente e senza obblighi di rendicontazione. In primo grado l’imputato era stato assolto per alcuni capi di imputazione, mentre altri erano stati dichiarati prescritti. I pm avevano chiesto la condanna del vescovo a quattro anni e sei mesi.
Ma la chiusura del processo penale non ha evitato l’azione contabile. «L'utilizzo dei fondi dell’otto per mille deve avvenire perseguendo determinati obiettivi, tassativamente enucleati dal legislatore - si legge nell’atto di citazione - Altre finalità estranee ai fini di carattere pubblicistico individuati dal legislatore, sono incompatibili con il dettato normativo. In tale ambito va inquadrato il comportamento tenuto dall’ex vescovo, dolosamente preordinato a sottrarre risorse dell’otto per mille dalle finalità cui erano predestinate per appropriarsene a beneficio suo e dei propri familiari».
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